domenica 26 gennaio 2014

Giorno della memoria




 

I bambini che aspettavano in silenzio

al gelo il proprio turno

soli con il fiato che si addensa

prima di bruciare come mai fossero stati

sono fiabe che ti nascondo, quando mi chiedi di restarti accanto

perché di mostri si popolano i sogni

e sono storie, oggi

che a scuola si rileggono quaderni, compiti

incompiuti ciascuno segnato

da un giudizio definitivo.

Quanto sapevano, nei loro corpi interrotti

quel che tenevano per loro in serbo?

Le lacrime di Anne, il suo corpo scoperto

vi rispondono da banco a banco.

Così più non mi chiedo se nascondere la storia

per lasciarti ancora credere che nulla

può impedirti di crescere.

di Marco Caporali, tra massi erratici, Empiria 2013



venerdì 17 gennaio 2014

La luna in una goccia di rugiada





A cosa assomiglia davvero

il mondo e la vita umana?

Ah, l’ombra della luna,

quando tocca in una goccia di rugiada

il becco degli uccelli acquatici.


Dōgen Zenji, 1200-1253, poco prima di morire




mercoledì 8 gennaio 2014

Lettera da Star Trek





La pratica dell’attenzione e della consapevolezza ci permettono di vedere come ci sia facile e ci venga “naturale” conservare e rafforzare il nostro ruolo nel mondo o continuare in atteggiamenti e comportamenti consueti -ancorchè causa di conflitto interno ed esterno- giudicando gli altri, dai più vicini agli sconosciuti, e intervenendo su di loro e sulle situazioni perchè si adeguino alle nostre preferenze e ai nostri standard.

Il maestro di meditazione John Garrie, diceva che “Non farsi i fatti propri” (“ Not Minding One’s Own Business”), “dalle più grossolane e ovvie forme alle sfumature più raffinate dell’attività mentale è, molto semplicemente, interferire.

“Che cosa è non farsi i fatti propri in un contesto personale?”-si chiedeva John. “E’ non essere nel momento”, “non essere qui e ora”, e lasciarsi sopraffare e mandare fuori centro da qualcosa che è totalmente superato e obsoleto chiamando a sé e riportando in vita condizionamenti passati. 
“E’ sempre più facile occuparsi dei fatti altrui piuttosto che dei propri -è meno doloroso!” -ricordava John e esortava a chiedersi: “E’ un affare tuo quel qualcosa là fuori di cui a causa della tua natura, formazione o esperienza, senti di doverti occupare per giustificare te stesso? Oppure lo è il guardare a te stesso e il prenderti cura di te stesso?”
 

Cap. James T.Kirk e Spock
 

In Star Trek, la Prima Direttiva, cardine della filosofia della Flotta Stellare nel contattare altre culture, rappresenta, secondo John, in un contesto interpersonale e sociale, un'adeguata esemplificazione del “farsi i fatti propri”.
Tale Direttiva dice molto semplicemente che “non si deve  interferire nelle culture altrui, non si deve tentare di “salvare” chi che sia, non si deve cercare di spingere un pochino gli altri lungo la strada, perché non è il loro tempo”.
Infatti: “Bisogna imparare che c’è un tempo perché le cose accadano”.

Quando contravveniamo alla indicazione della non interferenza si crea nel nostro organismo una dinamica di promozione e di impazienza, una compulsione a separarci dal qui e ora, a dover essere e dover fare, e si produce in noi una chimica dal sapore sforzato e non scorrevole, che è propria dell’interferire. Interferire ha un gusto molto diverso e distante dalla cura di sé, che viceversa si riconosce dal rilassamento, dalla riflessione e dal radicamento qui e ora. 

Il sapore della compulsione a intervenire e a interferire, che crea sofferenza, non è altro che attaccamento ad aspettative e a prospettive che le cose vadano e debbano andare secondo i miei desideri. Il sapore della cura riflette invece tutte le sfaccettature della presenza in una data situazione o relazione, il conoscerla ascoltandola attentamente e il capirla dall'interno, non come qualcosa da sottomettere o ribaltare al fine di ritrovare il già conosciuto.

Ricordiamoci allora la voce del capitano James T.Kirk che in apertura di ogni episodio della serie classica di Star Trek accompagna fiduciosa e incoraggiante l’Enterprise: alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà…”