Montali, ritiro di autunno, 7-9 ottobre
Vedere
durante il ritiro Hinnerk che estirpava erbacce con calma e cura mi ha riportato
alla mente i giorni in cui roncola alla mano battagliavo senza tregua contro
gli ailanti infestanti il terreno intorno casa contando di potermene liberare una volta per tutte. Quindi, di pensiero in pensiero, mi sono ricordato del racconto della
monaca Zen Shundo Aoyama che non riuscendo a tener dietro al ritmo incessante
di crescita delle erbacce sul terreno antistante il suo tempio, Muryo-ji, fece
ricorso a un diserbante.
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foto di Hinnerk Brockmann |
“Doveva
essere un diserbante potente” –inizia la sua riflessione.
Per
molti mesi il terreno restò arido e senza vita, non cresceva niente, nè
erbacce, nè muschio, nè altro.
Quella
vista intristì Aoyama e la fece pensare alla presunzione umana.
Prese
così a pregare le erbacce di ritornare, non importa quanto estenuante potesse
poi essere il doverle tirar via a mano: ‹‹Buona
Terra. Ritorna presto alla vita e dai vita alle erbacce.››
“Esseri
vivi è meraviglioso. Sbocciano i bei fiori e crescono le erbacce perché sono
vivi. E’ l’egoismo umano che considera buoni i fiori e cattive le erbacce. La colpa
non è loro. Il Maestro Zen Dogen disse: ‹‹Un fiore cade, anche se lo amiamo, e
l’erbaccia cresce anche se non l’amiamo.››
Gli uomini sono una seccatura per le piante. Se solo mettessero da parte i
criteri egoistici e guardassero attentamente ai fiori e all’erba, si vedrebbe
che il cielo e la terra benedicono la vita di ogni fiore e stelo d’erba, e che
queste cose sono meravigliose. Così è con gli esseri umani. Poiché vivono gli
uomini sperimentano guadagno e perdita, amore e odio, gioia e rabbia, sollievo
e dolore. Ciascuna di queste esperienze è un importante utensile nelle nostre
insostituibili vite.”