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domenica 7 dicembre 2014

Avidità e illusioni






Nella sua biografia dedicata a Suzuki-roshi, Chadwick ricorda che una praticante aveva domandato al maestro: “Che cos’è la guerra?”

Il maestro allora indicando davanti a sé le stuoie su cui vengono sistemati i cuscini per la meditazione, per ogni stuoia due cuscini, uno a fianco dell’altro, aveva detto che talvolta quando compaiono delle increspature tra due praticanti, ciascuno dei due cerca di appianare l’increspatura spingendola verso l’altro. E aveva aggiunto: “Ecco la causa della guerra. Il karma comincia con le piccole cose, poi accelera. Bisogna sapere come comportarsi con quelle piccole difficoltà.”  E’ da folli ignorare il karma, la guerra è il risultato delle nostre attività quotidiane. Persino parlare di pace in maniera rabbiosa porta acqua al mulino della guerra. “Dovremmo saperlo” -avvertiva il maestro.

Queste parole tornano in mente davanti alla vista dell'aggressione ai beni comuni, alle risorse pubbliche,  alla natura, agli esseri viventi, alle istituzioni, alla legalità…

Soltanto menti annebbiate dall’avidità e dal sogno auto-centrato o sprofondate nelle illusioni e nell’ignoranza possono credere che le quotidiane erosioni e prevaricazioni della legge e dei diritti degli altri, spesso considerate minime, veniali o innocue, siano prive di conseguenze e non concorrano alle grandi distruzioni in atto.
 
 
 
 

lunedì 30 dicembre 2013

Festeggiare il Nuovo Anno, rinnovare la nostra vita








L'unico dell'anno vecchio o il primo dell'anno nuovo?
 
 
 

Per David Chadwick: “Il punto dei discorsi di Suzuki non era di dire la verità come egli la vedeva, ma di liberare le menti dagli ostacoli, così che potessero includere le contraddizioni.”

Restare chiusi nella propria piccola mente, per quanto benintenzionata e fedele all’ortodossia buddista, alla correttezza, alla coerenza morale o al senso comune serve essenzialmente all’autorassicurazione, e può essere dannoso e controproducente. “The way that helps will not be the same. It changes according to the situation.” Quel che è di aiuto non è sempre lo stesso, cambia in accordo alla situazione. La flessibilità è indispensabile per rendersi utili e d’aiuto alla società.

Il 31 dicembre 1945, durante il periodo dell’occupazione americana, il tempio di Shunryu Suzuki, Rinso-in, ferveva di entusiasmo e preparativi per festeggiare l’Anno Nuovo.

“La gente era ancora depressa a causa della guerra, ma Shunryu sentiva che questa settimana di festa e di rivitalizzazione poteva aiutarli a sollevarsi” racconta Chadwick.  “In qualche modo -diceva Suzuki-  inganniamo noi stessi e ci godiamo l’ultimo giorno dell’anno. Questo si basa sull’approccio buddista alla vita. Momento dopo momento dobbiamo rinnovare la nostra vita, non dovremmo restare attaccati alle vecchie idee di cos’è la vita o qual’è la nostra concezione della vita. Specialmente a fine anno dovremmo  rinnovare completamente i nostri sentimenti e ripulire completamente anche le nostre automobili. Se restiamo sempre attaccati a vecchie idee e ripetiamo sempre la stessa cosa, allora siamo prigionieri nel nostro vecchio modo di vita. Qualche occasione di effervescenza e di festa è necessaria per darci coraggio.”

L’auto-inganno e  il godimento sono talvolta necessari e utili per non soccombere alle vecchie idee e alla ripetizione. La priorità va al rinnovamento completo, al non “restare prigionieri nel nostro vecchio modo di vita”. Occorre  non restare prigionieri di niente: non del patriottismo e del nazionalismo né del buddhismo, non della “old time religion” né della sua cancellazione in nome di altri ‘ismi’, non della crisi nè del superamento della crisi, non di come eravamo nè di come potremmo essere.

"Dovremmo capire le cose non da un punto di vista soltanto. Chiamiamo qualcuno che capisce le cose esclusivamente da un lato tambankan. Una mente attaccata alle vecchie idee e alla ripetizione e chiusa alle contraddizioni è –diceva Suzuki- la mente di un ‘tambankan’.”

Tanti auguri di rinnovare la nostra vita, includere le contraddizioni,  festeggiare l’Anno nuovo.  


sabato 9 novembre 2013

Lettera scritta da un "tambankan"



 
I saggi incoraggiano a non guardare la realtà da un solo punto di vista esclusivo, quale che sia, il padre, il figlio, il maestro, lo studente, il padrone, il lavoratore dipendente, il giustiziere, la vittima, il cristiano, il buddista, il ribelle, il sottomesso, il prodigo, il tirchio, il consumista, l'asceta e così via.
Ma anche quando pensiamo d'essere d'accordo sul diritto all'esistenza di altri punti di vista, spesso il nostro accordo è meramente intellettuale, o strumentale.
Quello che ci manca è proprio l'esperienza sentita dell'accettare il punto di vista altrui, specie nella vita quotidiana in materie che coinvolgono le nostre strategie di comportamento, la generosità, il controllo, la sicurezza, la continuità...
Non si tratta di abiurare o di buttare a mare il nostro punto di vista ma di allentare la presa esclusiva e totalizzante che ha su di noi e sul nostro sguardo.
Soltanto così potremo capire le condizioni particolari che ci hanno portato a far nostro quel punto di vista, o per meglio dire: a farci suo, a subirne il condizionamento, e potremo anche capire dall'interno le nostre inclinazioni e vulnerabilità.
In Cetriolo storto, David Chadwick ricorda che Shunryu Suzuki usava dire: "Dovremmo capire le cose non da un punto di vista soltanto. Chiamiamo  qualcuno che capisce le cose esclusivamente da un lato tambankan. Questa parola letteralmente significa "un uomo che porta una grande tavola sulla sua spalla". Poichè trasporta una grande tavola, non può vedere l'altro lato."
Ricordando questo insegnamento mettendo giù la  "grande tavola" espiro e mi sento più leggero. Espirare ha una sua importanza perchè rende fisica la percezione del cambiamento.




 




 

domenica 24 febbraio 2013

Hell it's not punishment, it's training


 
L'inferno non è punizione, è addestramento

“One day after lecture a student sitting on a zafu on the carpet asked, “What is hell?”

“Hell is having to read aloud in English,” Suzuki answered.

After the laughter subsided, the student persevered and Suzuki said, “Hell is not punishment, it’s training.”
 


from David Chadwick, Crooked Cucumber.The Life and Zen Teachings of Shunryu Suzuki