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venerdì 9 ottobre 2015

La tua nuova casa










“Il territorio sconosciuto che può diventare la tua nuova casa ha una vita sua propria, ma anche, in un senso antico, alla maniera di Meister Eckart, riceve la vita dal modo in cui lo ascolti, gli dimostri attenzione.”


da “What to Remember When Waking: Disciplines That Transform an Every Day Life” di David Whyte, poeta (vedi anche, in questo blog, Lettera dall'oscurità del 6/04/2014 )













sabato 21 dicembre 2013

Natale, ritorno a casa







Il primo kaki dell'Anno Nuovo o l'ultimo dell'Anno Vecchio?



Natale è ritorno a casa. Il Natale è festa del ritorno a casa. Anche i Re Magi, sempre agitati, sempre alla ricerca, trovano "in mezzo al nero luccicare delle tenebre" un punto fermo di luce e di calore. Quando ritorniamo a casa, qualcosa richiama la nostra attenzione; quando ne fuggiamo, vogliamo fuggire e allontanarci il più possibile e non prestiamo attenzione se non al contachilometri e al tempo  che ci separa dalla meta. Quanto manca? Quanto ancora? Cerchiamo la felicità e la liberazione nello spazio e nel tempo, mentre quando ritorniamo a casa la liberazione è frutto di un’attenzione aperta e si realizza nel momento presente- in cui, come dice in “La ricerca della primavera” il poeta Tai-i della dinastia Sung, dopo aver vagato inutilmente lontano, ritornando a casa prendi “in mano un rametto di susino in fiore” e trovi la primavera- ed è momento gravido di ispirazione e di incoraggiamento. In quel momento ci avviciniamo con fiducia alla vita e ci scrolliamo di dosso l’agitazione e l’accidia, i frutti malati dell’indulgenza, in cui tante volte ci siamo attardati.

Dobbiamo intenderci sul che cosa significhi ‘ritorno a casa’. E’ il ritorno al qui e ora, al momento presente, che spesso si accompagna al respiro ed è sempre segnalato da una sensazione di sollievo e di rilassamento, qualcosa che impariamo a riconoscere e per cui ci sentiamo grati.

Tutte le volte -e sono tantissime, ma non ce ne accorgiamo, perché diamo la cosa per scontata- ci distacchiamo dal qui e ora, ci allontaniamo dal momento presente, perché è triste, o noioso, o freddo e piovoso, o insoddisfacente, oppure stiamo inseguendo una cometa luminosa in cerca della felicità, della liberazione o della primavera: tutte quelle volte noi forziamo la nostra esperienza, e quello che ancora non sappiamo, nei “binari morti” del vecchio regime,  di quello che Krishnamurti chiama "già conosciuto".

Ricordare il Natale, con tenerezza, con gioia: tanti affettuosi auguri di “ritorno a casa”.