Usciamo
di casa e vediamo tutto e tutti come oggetti disposti intorno a noi o ai nostri
piedi.
Ma
non ce ne rendiamo conto. Ci pensiamo liberi di vedere mentre siamo prigionieri
dell’abitudine a vederci, come singoli e come genere umano, al centro del
mondo.
Non
c’è da stupirsi se quando stiamo male o giù di morale il resto del mondo non
esiste più, e ci scopriamo isolati e miserabili.
D’altra
parte molti di quegli altri uomini che noi vediamo come oggetti, ci vedono come
oggetti, proprio come noi vediamo loro.
Ma
non è così, siamo in relazione, con gli altri esseri e con il pianeta, siamo
esseri planetari.
Come
umani ci siamo costruiti una prospettiva di centralità assoluta che è una
struttura che ci corazza e ci inganna.