Visualizzazione post con etichetta Ignoranza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ignoranza. Mostra tutti i post

domenica 5 marzo 2017

Tesoro interiore







Non c’è nulla che si debba cercare di ottenere attraverso qualsivoglia forma di privazione, punizione, disciplina o stento. Tutti gli esseri sono essenzialmente Buddha, tutti gli esseri sono Buddha, o Buddhi - illuminati: tutto quello che occorre fare è rendersene conto.

Non si ha il tesoro interiore, si è il tesoro interiore. Quando ci si distacca da questa verità, credendo che la ricerca debba essere perseguita all’esterno nelle attività e negli sforzi, allora si ignora quel tesoro interiore. Questo è il vero significato di ignoranza – non che uno sia offuscato o stupido, ma che stia ignorando la realtà essenziale che è sempre stata presente. E’ questa l’ignoranza che porta alla nascita esseri in una continua ricerca di qualcosa che pensano di dovere ottenere e che essi già sono. (...) Semplicemente respira e lascia che il corpo dimori nella tranquillità e nel rilassamento, e al punto di sentirsi tranquilli e rilassati in ogni attività, che sia camminare o solo essere nella calma in quello che si sta facendo – e nel momento in cui ti senti bene, dì: “Questo è il tesoro”.
di John Garrie, da the way is without flaw





venerdì 26 settembre 2014

Non me la sento






Se ci lasciamo persuadere dal ‘non me la sento’, ‘non ce la faccio’, ‘non è possibile’, che le Sirene ci suggeriscono cantando da dietro gli scogli in direzione del nostro cuore, finiamo per ritirarci nella rinuncia, la rassegnazione, l’incapacità.

Magari siamo persino accolti e consolati dalla comprensione di chi ci sta vicino..

Inizialmente non vediamo che si tratta di una inarrestabile discesa e che non c’è arrivo in vista.

Prendiamo rifugio nell’ignoranza e non usciamo più da questa tana perchè ci sono sempre più cose e situazioni che ci fanno paura e di fronte alle quali alziamo le mani, mentre i risparmi si assottigliano e non troviamo più le rendite su cui inconsciamente facevamo affidamento.

 

Dice Lama Gendün Rinpoche: “L’emozione corrispondente all’ignoranza è la paura, che include l’inclinazione a distogliere l’attenzione da ciò che è fastidioso e il desiderio di restare in stati di consapevolezza diminuita.”






sabato 28 giugno 2014

Fissazione e attaccamento






Dice Achaan Chah:

“Si appiccica alla pelle ed entra dentro la carne; dalla carne penetra nelle ossa. E’ come un insetto su un albero che rosicchiando buca la corteccia, il legno, e arriva fino al midollo, finchè l’albero muore. Siamo cresciuti così. Ha messo radici profonde. I nostri genitori ci hanno insegnato la fissazione e l’attaccamento, a dare significato alle cose, a credere fermamente che noi esistiamo come entità indipendenti e che le cose ci appartengono. Fin dalla nascita è questo che ci insegnano. Ce lo sentiamo dire in continuazione, per cui ci entra dentro il cuore e resta lì come una sensazione abituale. Ci hanno insegnato a procurarci cose, accumularle e tenercele strette, a considerarle importanti e nostre. Questo è quello che sanno i genitori, ed è quello che ci insegnano. Perciò ci penetra nella mente, nelle ossa.”


Achaan Chah (1917-1992), è un grande maestro della tradizione buddhista theravada dei maestri della foresta e ha ispirato una comunità monastica che si è diffusa dalla Thailandia all’Europa e agli Stati Uniti. Molti suoi discorsi sono tradotti in italiano e disponibili presso il sito del monastero di Santacittarama.





venerdì 2 agosto 2013

Paura della consapevolezza




Perché è come se, a volte, una parte di noi temesse la consapevolezza? Perché la consapevolezza è il contrario dell'ignoranza.

L'ignoranza oscura, la consapevolezza illumina e quindi ci fa vedere comincia a farci vedere questo meccanismo.

Ma poichè siamo profondamente abituati a questo meccanismo [di attaccamento alle nostre abitudini], abbiamo nei suoi confronti una profondissima dipendenza e assuefazione, e come sempre succede con le dipendenze e le assuefazioni vogliamo continuare nella dipendenza e nell'assuefazione.

E' una specie di legge, che possiamo vedere e constatare; e la sua forza sta in questo: non vogliamo essere disturbati nella consumazione della nostra dipendenza, della nostra assuefazione.

da Attenzione saggia, attenzione non saggia di Corrado Pensa, Magnanelli