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sabato 20 gennaio 2018

Sento il peso di diverse cose, senza avere più cose precise...






Domenica scorsa ho ricevuto una mail che diceva:
“Io sto vivendo giornate di sin troppa sensibilità, quando passo per Magliano e mi fermo sento pure con anticipo il terremoto che sta per arrivare ad Amatrice, meglio riallontanarsi per un pochino, sento il peso di diverse cose, senza avere più cose precise. Va bene così. Speriamo.”

Leggendo queste righe, mi sono ritrovato anch'io fermo a Magliano Sabina e ho avvertito il terremoto avanzare verso Amatrice. E avevo voglia di tornare indietro, di allontanarmi poiché percepivo acutamente il peso della presenza di incertezza e dell'assenza di sicurezze.

Con poche parole veniva messa a fuoco la condizione umana: impermanenza e cambiamento, vulnerabilità... Ne possiamo osservare il riflesso nelle nostre esistenze e nelle vicende esterne. Ho sentito che abbracciare l’incertezza è più necessario di sperare. E’ un abbraccio che indica il sentiero della gentilezza e della compassione, e invita a coltivare il coraggio e la fiducia. Non possiamo esimerci, non possiamo farne a meno.














sabato 11 marzo 2017

11 marzo 2011-11 marzo 2017






La realtà esige



La realtà esige
che si dica anche questo:
la vita continua.
Continua a Canne e a Borodino
e a Kosovo Polje e a Guernica.

C’è un distributore di benzina
nella piazzetta di Gerico,
ci sono panchine dipinte di fresco
sotto la Montagna Bianca.
Lettere vanno e vengono
tra Pearl Harbor e Hastings,
un furgone di mobili transita
sotto l’occhio del leone di Cheronea,
e ai frutteti in fiore intorno a Verdun
si avvicina solo il fronte atmosferico.

C’è tanto Tutto
Che il Nulla è davvero ben celato.
Dagli yacht ormeggiati ad Azio
arriva la musica
e le coppie danzano sui ponti nel sole.

Talmente tanto accade di continuo
Che deve accadere dappertutto.
Dove non è rimasta pietra su pietra,
c’è un carretto di gelati
assediato dai bambini.
Dov’era Hiroshima
c’è ancora Hiroshima
e si producono molte cose
d’uso quotidiano.

Questo orribile mondo non è privo di grazie,
non è senza mattini
per cui valga la pena svegliarsi.

Sui campi verdi di Maciejowice
l’erba è verde
e sull’erba, come è normale sull’erba,
una rugiada trasparente.

Forse non ci sono campi se non di battaglia,
quelli ancora ricordati,
quelli già dimenicati,
boschi di betulle e boschi di cedri,
nevi e sabbie, paludi iridescenti
e forre di nera sconfitta,
dove per un bisogno impellente
ci si accuccia oggi dietro un cespuglio.

Qual è la morale? – forse nessuna.
Di certo c’è solo il sangue che scorre
e, come sempre, qualche fiume, qualche nuvola.

Sui valichi tragici
il vento porta via i cappelli
e non c’è niente da fare –
lo spettacolo ci diverte.


di Wisława Szymborska, da Vista con granello di sabbia, Adelphi