Domenica scorsa ho ricevuto una mail che diceva:
“Io sto vivendo giornate di
sin troppa sensibilità, quando passo per Magliano e mi fermo sento pure con
anticipo il terremoto che sta per arrivare ad Amatrice, meglio riallontanarsi
per un pochino, sento il peso di diverse
cose, senza avere più cose precise. Va bene così. Speriamo.”
Leggendo queste righe, mi sono ritrovato anch'io fermo a Magliano Sabina e ho avvertito il terremoto avanzare verso Amatrice. E avevo voglia
di tornare indietro, di allontanarmi poiché percepivo acutamente il
peso della presenza di incertezza e dell'assenza di sicurezze.
Con poche parole veniva messa a fuoco la condizione umana: impermanenza e
cambiamento, vulnerabilità... Ne possiamo osservare il riflesso nelle nostre esistenze e
nelle vicende esterne. Ho sentito che abbracciare l’incertezza è più necessario di sperare. E’
un abbraccio che indica il sentiero della gentilezza e della compassione, e
invita a coltivare il coraggio e la fiducia. Non possiamo esimerci, non possiamo farne a meno.
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