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sabato 20 gennaio 2018

Sento il peso di diverse cose, senza avere più cose precise...






Domenica scorsa ho ricevuto una mail che diceva:
“Io sto vivendo giornate di sin troppa sensibilità, quando passo per Magliano e mi fermo sento pure con anticipo il terremoto che sta per arrivare ad Amatrice, meglio riallontanarsi per un pochino, sento il peso di diverse cose, senza avere più cose precise. Va bene così. Speriamo.”

Leggendo queste righe, mi sono ritrovato anch'io fermo a Magliano Sabina e ho avvertito il terremoto avanzare verso Amatrice. E avevo voglia di tornare indietro, di allontanarmi poiché percepivo acutamente il peso della presenza di incertezza e dell'assenza di sicurezze.

Con poche parole veniva messa a fuoco la condizione umana: impermanenza e cambiamento, vulnerabilità... Ne possiamo osservare il riflesso nelle nostre esistenze e nelle vicende esterne. Ho sentito che abbracciare l’incertezza è più necessario di sperare. E’ un abbraccio che indica il sentiero della gentilezza e della compassione, e invita a coltivare il coraggio e la fiducia. Non possiamo esimerci, non possiamo farne a meno.














sabato 26 novembre 2016

Nel luogo della difficoltà





Talvolta ci sediamo in zazen e ci aspettiamo qualcosa di speciale, sensazioni elevate, pace, estasi –abbiamo in mente un’agenda piena di obiettivi e di traguardi e li portiamo con noi sul cuscino. Persuasi di avere diritto a sempre nuovi piaceri e gratificazioni, tutto ciò che non rientra nella cornice del compiacimento crea torpore o scontento e un automatico ritrarsi seguito da giudizio negativo. Ecco perché molti abbandonano. Ma non è così male né insensato praticare con la scomodità, accogliere lo spiacevole, stare nel luogo della difficoltà. Aprirsi alla paura e all’incertezza. Anzi, può essere proprio quel di cui abbiamo bisogno e da cui proteggiamo quell’immagine di noi stessi e del mondo che preclude il risveglio alla realtà così com’è.