venerdì 22 agosto 2014

Ego-centratezza





 
Usciamo di casa e vediamo tutto e tutti come oggetti disposti intorno a noi o ai nostri piedi.

Ma non ce ne rendiamo conto. Ci pensiamo liberi di vedere mentre siamo prigionieri dell’abitudine a vederci, come singoli e come genere umano, al centro del mondo.

Non c’è da stupirsi se quando stiamo male o giù di morale il resto del mondo non esiste più, e ci scopriamo isolati e miserabili.

D’altra parte molti di quegli altri uomini che noi vediamo come oggetti, ci vedono come oggetti, proprio come noi vediamo loro.

Ma non è così, siamo in relazione, con gli altri esseri e con il pianeta, siamo esseri planetari.

Come umani ci siamo costruiti una prospettiva di centralità assoluta che è una struttura che ci corazza e ci inganna.


3 commenti:

  1. Nell'era dell comunicazione, i mezzi tecnologici della comunicazione, possono probabilmente facilitare la conoscenza e connessione, fra i vari "IO" sparsi nel pianeta.

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  2. ...come un'onda che non è mai separata dall'oceano

    "L'io come entità autonoma non è mai esistito! Non è che un' onda nell'oceano: quando l'onda si alza, ergendosi fino al cielo, crede di poter affermare "Io sono", ma nel frattempo l'oceano ride fragorosamente, perché sa benissimo che quel onda è impazzita, e presto sparirà di nuovo nelle sue acque. Anche nel momento in cui esiste, l'onda non è mai qualcosa di distinto dall'oceano: non può esserne separata!
    Riesci forse ad esistere, anche per un singolo istante, senza l'universo che ti circonda? Nenache per un minuto!
    E allora chi sei? Cosa sei?"

    di Osho da "La creazione del presente"

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  3. Come lo sono le onde di Hokusai ed i mari di Hiroshige.

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