Il primo kaki dell'Anno Nuovo o l'ultimo dell'Anno Vecchio?
Natale è ritorno a casa. Il Natale è festa del ritorno a casa. Anche i Re Magi, sempre agitati, sempre alla ricerca, trovano "in mezzo al nero luccicare delle tenebre" un punto fermo di luce e di calore. Quando ritorniamo a casa, qualcosa richiama la nostra attenzione; quando ne fuggiamo, vogliamo fuggire e allontanarci il più possibile e non prestiamo attenzione se non al contachilometri e al tempo che ci separa dalla meta. Quanto manca? Quanto ancora? Cerchiamo la felicità e la liberazione nello spazio e nel tempo, mentre quando ritorniamo a casa la liberazione è frutto di un’attenzione aperta e si realizza nel momento presente- in cui, come dice in “La ricerca della primavera” il poeta Tai-i della dinastia Sung, dopo aver vagato inutilmente lontano, ritornando a casa prendi “in mano un rametto di susino in fiore” e trovi la primavera- ed è momento gravido di ispirazione e di incoraggiamento. In quel momento ci avviciniamo con fiducia alla vita e ci scrolliamo di dosso l’agitazione e l’accidia, i frutti malati dell’indulgenza, in cui tante volte ci siamo attardati.
Dobbiamo
intenderci sul che cosa significhi ‘ritorno a casa’. E’ il ritorno al qui e
ora, al momento presente, che spesso si accompagna al respiro ed è sempre
segnalato da una sensazione di sollievo e di rilassamento, qualcosa che impariamo
a riconoscere e per cui ci sentiamo grati.
Tutte le volte
-e sono tantissime, ma non ce ne accorgiamo, perché diamo la cosa per scontata-
ci distacchiamo dal qui e ora, ci allontaniamo dal momento presente, perché è
triste, o noioso, o freddo e piovoso, o insoddisfacente, oppure stiamo inseguendo
una cometa luminosa in cerca della felicità, della liberazione o della
primavera: tutte quelle volte noi forziamo la nostra esperienza, e quello che
ancora non sappiamo, nei “binari morti” del vecchio regime, di quello che Krishnamurti chiama "già conosciuto".
Ricordare il Natale, con tenerezza, con gioia: tanti affettuosi
auguri di “ritorno a casa”.
Caro Michele, la tua "lettera" mi è giunta nel momento più opportuno. Proprio quando intorno a me (e anche dentro di me) sento un gran vociare ed un affannarsi di venditori, di sensali di affamati e di ubriachi che tirano la giacca e strattonano in dietro, a destra, a sinistra , o danno grandi spintoni in avanti... E' un momento convulso ed oscuro; prendo luce dalle tue parole e torno a casa , a risentire il mio respiro, l'unico che ho, ora.Si, penso proprio che è qui la mia casa e ti ringrazio per avermelo ricordato Buon Natale e buon ritorno anche a te Michele!
RispondiEliminaF.
Talvolta i commenti suscitano in me un senso d gioiosa gratitudine, ricevo molto più di quello che ho offerto. Questa volta, in particolare, il commento di F., da cui spesso ho moltissimo ricevuto, mi ha ricordato i versi di Qohélet che vengono anche tradotti, cito a memoria, con queste parole:
Elimina"Getta il tuo pane sulla faccia dell'acqua
E molte e più volte ti sarà restituito"
Caro Michele , grazie infinite per i preziosi post. Buon Natale di cuore.
RispondiEliminaGrazie a te Eleonora per il Buon Natale e per il sostegno, Michele
RispondiEliminaGrazie a questo blog a volte "torno a casa" anche quando per un motivo o per un'altro non pratico. Personalmente seguo "amiciAA on line" e la testimonianza che segue volevo condividerla su questo blog. "Poco più di anno fa circa, trovai questo sito e sinceramente capii subito di essere approdato in un'altra spiaggia di AA. Dico un'altra perché alla prima ci arrivai varcando la soglia del mio gruppo attuale, quello fisico intendo.
RispondiEliminaEro in giro per la rete e tra uno sballottamento e l'altro di siti più o meno seri riguardo l'alcolismo, intravedo finalmente una costa serena, una spiaggia bianca, una palma che da' ombra ad argomenti ed esperienze del passato che forse avevo già sentito ma rileggevo con estremo piacere, raccogliendo la frescura di significati tenuti in vita dall'ombra della palma che a sua volta faceva da paravento ad un ben più folto sottobosco di attività, correlate alla vita dell'associazione.
Che bello essere arrivati di nuovo a casa! Certo una casa nuova, ancora da scoprire, ma la sensazione è decisamente quella di colui che entrando in una casa, cerca le pantofole.
Il mio lavoro mi porta spesso lontano da casa e non sempre riesco ad andare ai gruppi quando sono lontano, per cui l'aver trovato un sito ricco di testimonianze e in più con una chat attraverso la quale potevo avere dei contatti in tempo reale con amici alcolisti, rendeva quel sottobosco ancora più interessante e affascinate.
Ricordo come se fosse ora, la mia prima volta in chat. Un'ansia che non vi dico. La paura di digitare male,
fare degli errori,far capire che con il pc ero (e sono) alle prime armi, il voler scrivere in fretta per paura di non star dietro al discorso e fare un cocktail di parole dal risultato da punto interrogativo.
Grazie a Dio a tutto ci si prende la mano e in men che non si dica la mia confidenza con il sito si fa quasi sfacciata. Però tutto tace,quindi mi sento integrato nella grande famiglia di AA.
Ricordo l'inverno scorso, che per lavoro ero relegato in un paesino di montagna a 40 chilometri dal primo gruppo fisico che teneva riunioni,tra l'altro, a orari impensabili per me.
Quasi cinque mesi di accanimento al sito, appena potevo mi collegavo e con non poche difficoltà, in quanto riuscivo a connettermi con una semplice scheda del telefonino, dove il segnale non sempre era di buon livello. Però si vede che il mio buon Dio ha voluto che tanto bastasse per farmi collegare e poter condividere con gli amici emozioni,sentimenti,che altrimenti avrei dovuto reprimere o esternare alla prima occasione, sicuro poi di ridurre i significati, affievoliti dal tempo.
Per me è stata una grande cosa; è stato come aver il gruppo sul posto di lavoro.
(tratto dai nostri archivi) serene 24 ore
Grazie. E' proprio un pensiero vero e calzante, soprattuto riferito al Natale, che per me è ed è stato sempre fonte di ansia. Il ritorno a casa come ritorno al presente, mi fa scrollare di dosso tutti i fardelli di cui mi carico ogni giorno: pensieri, paure, preoccupazioni ecc. Improvvisamente perdono quel significato sinistro e mi sento meglio. Grazie, Buon Natale passato e Buon Anno, N.
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