giovedì 28 settembre 2017

Amarezza e amore per la vita. Jane Austen vista da Virginia Woolf








Sembra che Virginia Woolf pensasse che quando si ha uno spirito non inquinato dall’amarezza, come Jane Austen, si possa anche guardare negli occhi l’amarezza seminata a piene mani nel mondo dalla sofferenza e dalla paura; e se non ci si lascia tentare dal dire alle persone come dovrebbero vivere, tutta la vita  possa essere un oggetto d’amore come lo è stata per Jane Austen.

“Veniva così naturale a Jane Austen descrivere le persone attraverso i loro difetti, che vi fosse stata una goccia di amarezza nel suo spirito, i suoi romanzi ci avrebbero dato il ritratto più coerentemente satirico della vita che possa esserci. Apriteli alla pagina che volete: sarete quasi certi di incappare in qualche passaggio che mirabilmente satireggia le assurdità dell’esistenza…le satireggia, ma senza amarezza, in parte senza dubbio perché lei era felice della sua vita, in parte perché non desiderava che le cose fossero diverse da come sono. Per il suo gusto, la gente non sarebbe mai potuta essere troppo assurda, la vita mai troppo piena di cose buffe e singolari, e quanto al dire alle persone come dovrebbero vivere, che costituisce il motivo della satira, avrebbe alzato le mani per la sorpresa al solo pensiero. La vita stessa: era quello l’oggetto del suo amore, del suo studio attento, era quella la ricerca che riempì gli anni non registrati e portò a esprimersi la «quieta intensità della sua natura», facendola sembrare al mondo esteriore un po’ critica e distaccata, e «talora molto austera.”

da uno scritto di Virginia Woolf che accompagna Ragione e sentimento (Sense and Sensibility) nella edizione Mondadori, Oscar Classici

















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