lunedì 19 febbraio 2018

Vita di famiglia







La vita di famiglia offre mille occasioni di pratica. Qualcuno è triste, qualcuno è scontento perché ritiene di aver subìto un torto a scuola, qualcuno si sente ingiustamente preso di mira dalla cattiva volontà degli altri o dalla cattiva sorte e spesso tutti ritengono che dipenda naturalmente da loro (gli altri, il mondo) cambiare atteggiamento e comportamento. Controproducente sdrammatizzare con chi si sente perseguitato. Inutile far presente che sarà oltremodo difficile trovare giustizia se si è arrabbiati. Talvolta offrire il proprio ascolto alle lagnanze e rimostranze di figli, fratelli, coniugi, parenti è oltremodo rischioso perché se non si è fino in fondo animati da pazienza e compassione possiamo finire risucchiati nel malumore diffuso e gettare sul piatto della bilancia anche il nostro carico di scontentezza.

Ascoltare è un bel dono ma –diceva Suzuki roshi- succede che senza neppure accorgercene smetto di ascoltare non appena chi parla cessa di essere d’accordo con me. E rieccomi allora, ancora una volta, alle prese con l’io, che con uno scatto veloce o una manovra avvolgente ha riconquistato il centro della scena, con tutto il suo carico di isolamento e di frammentazione che porta confusione.










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