sabato 29 marzo 2014

Perchè ci ripugna l'attenzione?





         Scrive Simone Weil: “Nella nostra anima c’è qualcosa a cui ripugna la vera attenzione...”

Ma perché?

Perché la disattenzione mantiene nascosti pensieri, ansie, preoccupazioni, malumori, paure che non vogliamo vedere. Evitiamo, e temiamo, la chiarezza riguardo ad attaccamenti, abitudini e dipendenze da cui nascono, e a cui siamo affezionati e che non vogliamo perdere.

Preferiamo uno stato di torpore e di svago tra distrazioni che offrono momentaneo sollievo e compensazioni che non richiedono sforzo, e d’altra parte non offrono beneficio.
 
 
 
 

sabato 22 marzo 2014

La capanna di Bashō




 

Non si può dire il sentiero

va a nord o a sud

a destra o a manca

è stretto o è largo.

 

Quanto a me: sono

davvero mai partito da Edo?

Ecco la vecchia capanna

ha resistito un altro inverno

ma non ha più rinforzi.

E spesso mi vedi uscirne

per mettere in salvo

gli scorpioni che cadono

dal tetto di paglia.
 
da Michele Colafato, Tieni aperto, Il labirinto, 2012
 
 
 
 
 
 
 

domenica 16 marzo 2014

Quando perdiamo il nostro equilibrio





“Vivere nel regno della natura di Buddha significa morire in quanto piccolo essere, momento dopo momento. Quando perdiamo il nostro equilibrio moriamo, ma nello stesso tempo evolviamo anche, cresciamo. Qualunque cosa vediamo sta cambiando nel momento in cui la vediamo, sta perdendo il suo equilibrio. La ragione per cui ogni cosa appare bella è perché si trova fuori equilibrio, ma il suo sfondo è sempre in perfetta armonia. In questo modo ogni cosa esiste nel regno della natura di Buddha, perdendo il suo equilibrio su uno sfondo di perfetto equilibrio. Così se vedete le cose senza realizzare lo sfondo della natura di Buddha, tutto appare nella forma di sofferenza. Ma se comprendete lo sfondo dell’esistenza, realizzate che la sofferenza stessa è il modo in cui viviamo e in cui ampliamo la nostra vita. Perciò nello Zen talvolta enfatizziamo lo squilibrio o il disordine della vita.”

da Zen Mind, Beginner’s Mind (Mente zen, mente di principiante) di Shunryu Suzuki



domenica 9 marzo 2014

11 marzo 2011- 11 marzo 2014





Quando cessa il vento

vedo cadere un fiore.

Grazie all’uccello canterino

scopro la calma della montagna.



Questa poesia zen, forse scritta sopra una foglia e raccolta sulla strada in autunno, il maestro Suzuki la riporta in Zen Mind, Beginner's Mind e commenta:

"Quando vediamo una parte della luna velata da una nuvola, o da un albero o da un cespuglio di erbacce, allora ne avvertiamo veramente la rotondità. Ma quando vediamo chiaramente la luna senza che niente si frapponga, non ne avvertiamo la rotondità come quando si trova parzialmente coperta da qualcos'altro".










domenica 2 marzo 2014

Niente di speciale




“Il nostro intento è solo quello di osservare questa pratica continuamente. Questa pratica cominciò dai tempi dei tempi e continuerà nel futuro per sempre. (…)

Continuando ogni giorno questa semplice pratica, otterrete un meraviglioso potere. Prima di raggiungerlo, è qualcosa di meraviglioso, ma una volta ottenuto, non è niente di speciale. Come dice una poesia cinese:

“Sono andato e sono tornato. Non è stato niente di speciale. Il Rozan famoso per le sue brumose montagne; il Sekko per le sue acque”.

La gente pensa che deve essere stupendo vedere la famosa catena di montagne avvolte dalla bruma, e le acque che si dice ricoprano tutta la terra. Ma se ci andate, vedrete soltanto acqua e montagne. Niente di speciale. (…)

Per una madre con figli, avere dei figli non è niente di speciale. Lo zazen è questo. Quindi, se continuerete questa pratica, sempre di più acquisterete qualcosa -niente di speciale ma nondimeno qualcosa. Si potrebbe dire ‘natura universale’, o ‘natura di Buddha’, o ‘illuminazione’. Potete usare molti nomi, ma per chi la possiede, è niente ed è qualcosa. (…)

Dunque essere un essere umano significa essere un Buddha. Natura di Buddha è solo un altro termine per indicare la natura umana, la nostra vera natura umana. Cosicchè, anche se non fate niente, in effetti state facendo qualcosa. State esprimendo voi stessi. State esprimendo la vostra vera natura. La esprimeranno i vostri occhi, la vostra voce, il vostro contegno. La cosa più importante è esprimere la vostra vera natura nel modo più semplice e appropriato e saperla apprezzare anche nell’esistenza più insignificante. Continuando questa pratica una settimana dopo l’altra, un anno dopo l’altro, la vostra esperienza si farà sempre più approfondita, fino a comprendere tutto ciò che fate nella vita di ogni giorno. La cosa più importante è dimenticare tutte le idee di conseguimento, tutte le idee dualistiche.”
da Shunryu Suzuki-roshi, Mente Zen, Mente di Principiante, Ubaldini 1976

E qual è il "meraviglioso potere" che possiamo ottenere grazie a questa pratica, aliena da idee di conseguimento e di divenire?
Ieri se ero angosciato mi dicevo 'che cosa c'è che non va in me?', oggi se sono angosciato mi dico 'adesso c'è angoscia'.
Ieri c'erano situazioni da cui non potevo non fuggire, oggi posso restare ed essere presente.
Ieri in certi casi non potevo non arrabbiarmi e urlare, oggi posso restare calmo e presente, e forse riesco a dire qualcosa di utile.
Ieri non potevo non lamentarmi dello spiacevole, oggi posso essere più accettante e attento.
Ieri ignoravo queste differenze tra ieri e oggi, oggi talvolta me ne dimentico e il "meraviglioso potere" mi aiuta a ricordarmene.
Ancora oggi talvolta mi ritrovo ad assillare me stesso: "Dammi la felicità, dunque, dammi la bellezza, dammi la primavera, dammi la poesia, dammi il Sekko, dammi il Rozan, sei un buono a nulla!"; e nel momento in cui mi ascolto attentamente e ne sono consapevole, eccomi più rilassato e più contento.
Questo momento è niente di speciale, eppure è qualcosa.