domenica 2 marzo 2014
Niente di speciale
“Il nostro intento è solo quello di osservare questa pratica continuamente. Questa pratica cominciò dai tempi dei tempi e continuerà nel futuro per sempre. (…)
Continuando ogni giorno questa semplice pratica, otterrete un meraviglioso potere. Prima di raggiungerlo, è qualcosa di meraviglioso, ma una volta ottenuto, non è niente di speciale. Come dice una poesia cinese:
“Sono andato e sono tornato. Non è stato niente di speciale. Il Rozan famoso per le sue brumose montagne; il Sekko per le sue acque”.
La gente pensa che deve essere stupendo vedere la famosa catena di montagne avvolte dalla bruma, e le acque che si dice ricoprano tutta la terra. Ma se ci andate, vedrete soltanto acqua e montagne. Niente di speciale. (…)
Per una madre con figli, avere dei figli non è niente di speciale. Lo zazen è questo. Quindi, se continuerete questa pratica, sempre di più acquisterete qualcosa -niente di speciale ma nondimeno qualcosa. Si potrebbe dire ‘natura universale’, o ‘natura di Buddha’, o ‘illuminazione’. Potete usare molti nomi, ma per chi la possiede, è niente ed è qualcosa. (…)
Dunque essere un essere umano significa essere un Buddha. Natura di Buddha è solo un altro termine per indicare la natura umana, la nostra vera natura umana. Cosicchè, anche se non fate niente, in effetti state facendo qualcosa. State esprimendo voi stessi. State esprimendo la vostra vera natura. La esprimeranno i vostri occhi, la vostra voce, il vostro contegno. La cosa più importante è esprimere la vostra vera natura nel modo più semplice e appropriato e saperla apprezzare anche nell’esistenza più insignificante. Continuando questa pratica una settimana dopo l’altra, un anno dopo l’altro, la vostra esperienza si farà sempre più approfondita, fino a comprendere tutto ciò che fate nella vita di ogni giorno. La cosa più importante è dimenticare tutte le idee di conseguimento, tutte le idee dualistiche.”
da Shunryu Suzuki-roshi, Mente Zen, Mente di Principiante, Ubaldini 1976
E qual è il "meraviglioso potere" che possiamo ottenere grazie a questa pratica, aliena da idee di conseguimento e di divenire?
Ieri se ero angosciato mi dicevo 'che cosa c'è che non va in me?', oggi se sono angosciato mi dico 'adesso c'è angoscia'.
Ieri c'erano situazioni da cui non potevo non fuggire, oggi posso restare ed essere presente.
Ieri in certi casi non potevo non arrabbiarmi e urlare, oggi posso restare calmo e presente, e forse riesco a dire qualcosa di utile.
Ieri non potevo non lamentarmi dello spiacevole, oggi posso essere più accettante e attento.
Ieri ignoravo queste differenze tra ieri e oggi, oggi talvolta me ne dimentico e il "meraviglioso potere" mi aiuta a ricordarmene.
Ancora oggi talvolta mi ritrovo ad assillare me stesso: "Dammi la felicità, dunque, dammi la bellezza, dammi la primavera, dammi la poesia, dammi il Sekko, dammi il Rozan, sei un buono a nulla!"; e nel momento in cui mi ascolto attentamente e ne sono consapevole, eccomi più rilassato e più contento.
Questo momento è niente di speciale, eppure è qualcosa.
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