sabato 12 aprile 2014

Han Shan, Montagna Fredda




Se sali per la via della Montagna Fredda,

la strada della Montagna Fredda non ha fine,

lunghi burroni pietrosi, pietre su pietre,

torrenti montani folti folti d'erba,

muschio scivoloso anche senza pioggia,

pini che mormorano eppure non c'è vento,

chi può staccarsi dalle cose del mondo

e sedersi con me tra le nuvole bianche?

Han Shan, Montagna Fredda, un poeta cinese di epoca Tang (618-907)
edizioni TARARA' a cura di Anna Bujatti





1 commento:

  1. Han Shan, Montagna Fredda, è uno dei misteri più profondi e affascinanti della civiltà cinese: un essere dalla realtà sfuggente, ma con una personalità molto caratterizzata, ma anche una raccolta di poesie che porta lo stesso nome, secondo la tradizione dei grandi classici arcaici del Laozi, del Zhuangzi, del Liezi, del Mozi, del Mengzi, e la località stessa dove tutto questo si sarebbe manifestato nel settimo o ottavo secolo dell'era attuale. Quale di questi fattori abbia priorità sugli altri, non c'è modo di saperlo, nonostante i molti secoli di speculazione.
    Eppure una corrente profonda della cultura e dell'arte dell'Asia orientale si è abbeverata al mito che ne è derivato. La corrente meno appariscente, certo, ma forse la più intima e incisiva, è quella che scaturì dal taoismo o dal buddismo chan (zen) prima che diventassero delle forme religiose definite. Quindi Han Shan è una realtà mitica complessa, ma unitaria, formata dall'individuo, dalla raccolta poetica e dal luogo, e non se ne può isolare ciascun aspetto dagli altri due: i tre costituiscono una sostanza di spirito, materia e consapevolezza unica.

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