giovedì 17 aprile 2014

Solerzia




Nel secondo Sefer Torah incontriamo un verso della Parashat HaChodesh : “…e osserverete (vigilerete) le matzòt…” (Shemòt; 12, 17), nel quale il commentatore Rashì ci invita a non leggere matzòt, bensì mitzwòt, in virtù dell’omografia delle due parole che hanno in ebraico le stesse consonanti. “…come non devi lasciare ferme le azzime a lievitare così non dobbiamo lasciare fermentare una mitzwah che ci capita di eseguire…”.
In questo senso la matzah, per Rashì, diventa il paradigma di ogni mitzwah la cui dimensione è essenzialmente la solerzia. I cambiamenti e le trasformazioni, di cui Pesach è simbolo, passano quindi attraverso un’operosità veloce. Ci sono situazioni in cui le analisi dettagliate e gli approfondimenti concettuali possono determinare una lievitazione eccessiva che rischia di trasformare tutto in un ebraismo immobile caratterizzato e contaminato da troppe sovrastrutture ideologiche. Il chametz, del resto, non è forse una matzah che ha “riposato” troppo?
rabbino Roberto Della Rocca, da Pagine Ebraiche








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