«Noi cresciamo più rapidamente -osserva il maestro tibetano contemporaneo Traleg Kyabgon- se siamo disponibili a lavorare con le difficoltà piuttosto che a fuggirle. Gli insegnamenti del lojong ci mostrano che, se ci induriamo a causa della sofferenza, noi semplicemente aumentiamo il peso della sofferenza e diventiamo ancora più vulnerabili all'irritazione o alla rabbia proveniente dagli altri... Invece, contrariamente ai nostri istinti, è con l'essere più aperti sia agli altri sia a noi stessi che diventiamo più forti e più resilienti.»
E su questo punto Anna Oliverio Ferraris scrive: «La persona invulnerabile così come la immaginiamo, è una specie di Superman: un semidio con doti speciali fin dalla nascita. La persona resiliente, invece, lo diventa nel corso di un processo di crescita, passo dopo passo, in funzione delle esperienze e degli incontri che fa, delle paure e delle frustrazioni che riesce a superare, dei risultati che ottiene, dell’amore che riesce a ricevere e a dare... della capacità di mantenere viva la fiducia in sé stessa.»
cit. di Corrado Pensa in SATI, n.1, 2015