mercoledì 29 aprile 2015

Invulnerabilità e resilienza






«Noi cresciamo più rapidamente  -osserva il maestro tibetano contemporaneo Traleg Kyabgon- se siamo disponibili a lavorare con le difficoltà piuttosto che a fuggirle. Gli insegnamenti del lojong ci mostrano che, se ci induriamo a causa della sofferenza, noi semplicemente aumentiamo il peso della sofferenza e diventiamo ancora più vulnerabili all'irritazione o alla rabbia proveniente dagli altri... Invece, contrariamente ai nostri istinti, è con l'essere più aperti sia agli altri sia a noi stessi che diventiamo più forti e più resilienti.»
E su questo punto Anna Oliverio Ferraris scrive: «La persona invulnerabile così come la immaginiamo, è una specie di Superman: un semidio con doti speciali fin dalla nascita. La persona resiliente, invece, lo diventa nel corso di un processo di crescita, passo dopo passo, in funzione delle esperienze e degli incontri che fa, delle paure e delle frustrazioni che riesce a superare, dei risultati che ottiene, dell’amore che riesce a ricevere e a dare... della capacità di mantenere viva la fiducia in sé stessa.»

cit. di Corrado Pensa in SATI, n.1, 2015





1 commento:

  1. Da quando sono entrato per la prima volta in Alcolisti Anonimi tra le tante frasi importanti che ho sentito , tutte di grande spessore e di un'umanità incredibile, due frasi in particolare o forse è il caso di dire due "suggerimenti" che mi sono stati dati sin dalle primissime riunioni a cui ho partecipato si sono rivelate per me di enorme importanza. "Il desiderio vero di smettere di bere" e "avere una mente aperta". Il desiderio di smettere di bere c'era e anche molto forte, d'altronde non poteva essere altrimenti con tutto il male che avevo addosso e i casini che stavo creando a chiunque mi stesse vicino. Ma per il desiderio vero di smettere di bere ho dovuto aspettare qualche tempo, ho avuto bisogno di ritrovare una certa chiarezza su quanto mi stava accadendo. Sto parlando della mia vita senza l'uso di sostanze così com'era, delle mie relazioni in famiglia e fuori, dei rapporti lavorativi e delle mie immancabili elucubrazioni mentali. Ho dovuto capire che avevo la necessità di arrendermi ad un mucchio di altre cose oltre che le sostanze ho dovuto capire che la sconfitta era totale e che la mia vita doveva cambiare, dovevo avere il coraggio di cambiare le cose che potevo cambiare. Il coraggio di fare la cosa giusta nonostante la paura, questo grande scoglio che a volte diventa una montagna e raramente si riduce a semplice avvallamento. Si dovevo concedermi alla vita così com'era e non sapevo quello che dicevo quando affermavo che era sufficiente arrendersi e smettere con l'uso, non avevo capito bene che quello era ed è solo il primo passo, fondamentale per iniziare ma non esaustivo per andare avanti nelle 24 ore. Il desiderio vero di smettere di bere passava soprattutto per la mia disponibilità ad avere una mente aperta. Solo una mente aperta poteva guidarmi verso i cambiamenti necessari per un'accettazione completa della mia situazione. Solo una mente aperta mi ha permesso di aprirmi a un Dio come posso concepirLo e per concepirLo è necessario essere aperto altrimenti restavo nella mia idea trascendentale di Un Dio non reale ma solo virtuale. Quanto più sono disposto ad aprirmi tanto più la mia vita si semplificherà. Serene 24 ore

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