mercoledì 6 maggio 2015

Rotonda terra; scena che si ripete








Rotonda terra; scena che si ripete,

in te, del saluto serale: consuetudine

mia planetaria, con te e i tuoi tramonti:

trasalimento, di tegola in tegola,

del mio vivere che se ne va col tuo

trapassare, lume diurno, lento,

sul tetto davanti casa; e mio formarsi,

intanto, un petto come di colomba;

e metter piume amorose per la notte

che viene; ravvolgermi unitario

con essa: pigolìo interiore; perdita

dell’umano: divenir mio universale.

Carlo Betocchi, da Poesie del sabato, Mondadori, 1980

 

“La sua vecchiaia poetica è stata splendida come poche” scriveva Gianfranco Palmery, in onore di Betocchi, su ARSENALE , n.11-12, luglio-dicembre 1987.  “Con che rigore e nuova complessità ha riguardato alla sua «musa fragile», rinnovandola. Il canto, che era andato negli anni aprendosi al racconto, al poetare raccontando «cose di sé, o trapassate» (e l’esempio di Kavafis non è stato per lui senza peso), si è riempito di un vigore nuovo..”







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