mercoledì 26 agosto 2015

Lettera a un ragazzo sulla non-violenza






Carissimo,

sarei contento se tu leggessi questa lettera nata dallo scambio di idee, di opinioni e di emozioni che abbiamo avuto.

Alcuni di noi sono per la non violenza, ne parlano e la sbandierano ma spesso continuiamo a ignorare quanta attenzione, onestà, integrità e costanza richieda il praticarla.

E forza, molta più forza che il lamentarsi o piangersi addosso o lasciarsi prendere dal risentimento e dall’energia della rabbia.

E qualcosa, una dedizione, un impegno, più profondo e personale di uno slogan accattivante.

La violenza nelle relazioni interpersonali può presentarsi come una spirale in cui siamo risucchiati prima di rendercene conto se non conosciamo quelle tendenze, inclinazioni, debolezze che possono facilmente renderci ciechi e sordi ai pensieri, alle parole, e alle azioni, nostre e altrui.

Può essere utile visualizzare la situazione come quella di un uomo che si trovi dentro un fosso irto di chiodi appuntiti, vetri aguzzi e lame taglienti e che abbia appena lo spazio per venirne fuori ma solo se si muove con consapevolezza sveglia perché ogni distrazione e inavvertenza può ferirlo gravemente.

Come parla, come muove le mani, come si lascia prendere da una certa idea, tutto può essergli fatale e spingerlo più a fondo.

Quello che considera un dato obiettivo può essere a causa del suo tono di voce recepito come un’offesa. La metafora cui fa ricorso per illustrare la sua ragione può prendergli la mano e trasformarsi in una polemica senza quartiere contro l’avversario. Il ricordo dei comportamenti passati di questi divenire un’ossessione che gli toglie la calma. Fino al momento in cui la rabbia si impossessa di tutto il suo essere e in preda ad essa scoppia in urla e in atti di violenza contro oggetti ed esseri viventi, umani e non.

Anche uomini essenzialmente innocui possono trasformarsi in violenti se non curano la pace del cuore e della mente.

Due persone pronte a una conversazione, che si conoscano e conoscendosi sappiano di correre qualche pericolo di cadere nella trappola della violenza, mentale, verbale e fisica, dovrebbero impegnarsi, direi far voto preventivo, di rinunciare ad ogni costo a provocazioni, ingiurie, argomenti tendenziosi o equivocabili e naturalmente a manifestazioni di vera e propria violenza fisica. 

Se si rendono conto che non gli è possibile per qualche motivo nonostante le buone intenzioni dovrebbero aggiornare la loro conversazione a un altro momento, quando saranno più calmi.

Ciao, sono certo che riflessione e consapevolezza facilitano il cammino di ciascuno di noi verso l'essere che desideriamo più felice, saggio e senza paura di liberarsi dalle catene e dalle remore del passato e delle abitudini.

Un abbraccio
 
 
 
 
 

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