L’attenzione a quanto diciamo di getto,
senza pensarci, rivela quello che sentiamo. Si accende una luce sul nostro
oscuro mondo interiore che quando parliamo distrattamente resta insondato e le
tenebre acquistano forza e solidità.
Una di queste mattine ho incontrato una
vicina di casa, una signora olandese, con la quale scambio volentieri un saluto
e un sorriso. Vedendola diretta al cassonetto per la raccolta
della carta l’ho salutata “Buon giorno”, e ho aggiunto: “Per la carta bisogna
andare più avanti: il cassonetto qui vicino è finito rovesciato a terra...”
Poi, sull’abbrivio, ho concluso: “E ci resterà qualche anno!”
Sono rimasto colpito dalle mie ultime
parole.
C’era proprio bisogno di questa chiusa
tombale?
E ho accolto la scoperta con un senso di
sollievo e di liberazione: felice di capire in diretta e dal vivo che sono ancora portato al commento
negativo e che il sarcasmo è pronto a prendere il sopravvento sulla fiducia e
sul gioco.
ps. Dopo una settimana il pesante cassonetto per
la raccolta della carta è stato rialzato e rimesso in funzione al suo posto.
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