domenica 22 luglio 2018

La goccia d'acqua e la pietra








Dice un antico proverbio latino: Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo (“la goccia scava la pietra non con la forza, ma cadendo in continuazione”). Ogni giornata può contenere almeno una goccia che scava la tua pietra interiore togliendole a poco a poco le dure asperità: se l’accogli, da puntuto e aguzzo che sei, con quelle punte superbe dell’ego che ti fanno aspirare a essere chissà chi, e che poi, quando vieni sconfitto, ti fanno scappare risentito dalla vita, se l’accogli, dicevo, vieni gradatamente lisciato, levigato, arrotondato, quasi ammorbidito e diventi più bello. Ricordo la meraviglia suscitata in me dalle rocce della Valcamonica, levigate dagli elementi atmosferici giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, fino a trasformarsi in quelle stupefacenti lavagne naturali su cui i camuni migliaia di anni fa poterono tracciare i loro segni misteriosi. E noi che cosa possiamo fare di più bello delle nostre esistenze, se non trasformarle in lavagne naturali?
Forse davvero non c’è nulla di più sensato, alla fine, se non aspirare a essere come pietra levigata che, a mò di lavagna, accoglie i sensi impressi dalla potenza superiore della vita, da quella forza immensamente più grande da cui veniamo e verso cui andiamo, e che non può essere definita con una sola denominazione né con tutte le denominazioni messe insieme. I segni impressi su di noi possono essere ferite più o meno profonde il cui unico senso è la passione e il dolore, oppure, ricombinate creativamente dalla nostra libertà alimentata dalla sapienza, possono prendere la forma di bianche parole con un messaggio che la nostra vita trasmette fraternamente ad altre vite.
(...)
Eccoci al punto decisivo: ognuno di noi è, e diventa, ciò che guarda, ciò che desidera, ciò che pensa. In altre parole: la qualità della tua vita interiore, il valore di ciò che sei, la possibilità di sperimentare e di connetterti con il Mistero, dipendono da te, dalle tue scelte. Le grandi autorità spirituali del passato e del presente non lasciano dubbi:
- Siddharta Gautama detto il Buddha: "Qualunque cosa un monaco frequentemente pensi e consideri, quella diventerà l'inclinazione della sua mente".
- Gesù detto il Cristo: "Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore" (Matteo, 6,21).
- Plotino: "Ogni anima è e diventa ciò che guarda".
(...)
Tu diventi ciò di cui ti nutri, ciò di cui ti circondi, ciò che scegli come tua compagnia"

da Vito Mancuso, Il bisogno di pensare, Garzanti, p.168-171










Nessun commento:

Posta un commento