domenica 20 gennaio 2019

Forza e debolezza








Chi ha rinunciato
all’uso della forza
nel rapporto con gli altri
deboli o forti che siano
chi non uccide né fa uccidere
è da ritenere un grande essere.
  Dhammapada strofa 405

La delicatezza con cui terremmo un bambino piccolo chiaramente non è un segno di debolezza. La sensibilità con cui ascolteremmo un amico che ha subito una perdita ugualmente non sarebbe ritenuta una debolezza. Comportarsi con umiltà riconoscendo la parte che possiamo aver avuto nel contribuire alla sofferenza di altre persone ugualmente non sarebbe, si spera, considerata un segno di debolezza. Ciò che talvolta viene visto come debolezza è di fatto forza. Al contrario, nascondersi dietro un’ostentazione di invulnerabilità, rifiutarsi di chiedere aiuto quando è chiaro che ne abbiamo bisogno, essere incapaci di provare empatia di fronte al dolore degli altri, queste sono di fatto forme di debolezza a cui gioverebbe un’accurata attenzione. 

Commento al Dhammapada di Achaan Munindo
Traduzione dall'inglese di Chandra Candiani
[Pubblicazione a cura del Monastero buddhista Santacittarama
Localita Brulla, Poggio Nativo, Rieti 02030]






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