Per i
saggi, specie quelli indiani, il mondo visibile non è mai stato l'intera
realtà, ma solo una parte.
E nemmeno
la parte più importante, dal momento che è mutevole e sempre in balia del distruttivo
scorrere del tempo.
Eppure, a
volte basta poco per rendersi conto anche del resto.
Tagore, il
grande poeta bengalese, lo dice con una semplice similitudine.
Una sera è
a bordo di una casa galleggiante sul Gange e al lume di una candela legge un
saggio di Benedetto Croce.
Il vento fa
spegnere la fiamma e improvvisamente la stanza è invasa dalla luce della luna.
E Tagore scrive:
La bellezza
era tutta attorno a me,
Ma il lume
di una candela ci separava.
Quella
piccola luce impediva
Alla bella,
grande luce della luna di raggiungermi.
La nostra
vita quotidiana è piena di piccole luci che ci impediscono di vederne una più
grande.
Il campo
della nostra mente si è ristretto in maniera impressionante. Così come si è
ristretta la nostra libertà. Quello che facciamo è soprattutto reagire.
Reagiamo a quello che ci capita, reagiamo a quello che leggiamo, che vediamo
alla TV, a quello che ci viene detto. Reagiamo secondo modelli culturali e
sociali prestabiliti. E sempre di più reagiamo automaticamente. Non abbiamo il
tempo di fare altro. C'è una strada già tracciata. Procediamo per quella.
da "Un altro giro di giostra" di Tiziano Terzani
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