martedì 3 settembre 2013
Passioni dello spirito
Ma il più prezioso dei miei incontri fu quello con Arriano di Nicomedia, il mio migliore amico. Di dodici anni circa più giovane di me, aveva già iniziato quella brillante carriera politica e militare nella quale continua a farsi onore e a servire lo Stato. La sua esperienza, la sua conoscenza dei cavalli, dei cani, di tutti gli esercizi del corpo, lo mettevano infinitamente al di sopra dei semplici frasaioli. Da giovane, era stato travolto da una di quelle singolari passioni dello spirito, senza le quali non può esserci forse vera saggezza, nè autentica grandezza: due anni della sua vita li aveva trascorsi a Nicopoli, in Epiro, nella stanzetta fredda e spoglia dove Epitteto agonizzava: e s'era imposto il compito di raccogliere e trascrivere, parola per parola, gli ultimi aforismi del vecchio filosofo infermo. Quel periodo d'entusiasmo aveva lasciato la sua impronta su di lui: ne serbava un mirabile rigore morale, una specie di candida austerità. Praticava in segreto astinenze che nessuno avrebbe sospettato. Ma il prolungato tirocinio della disciplina stoica non l'aveva irrigidito in un atteggiamento da saggio di maniera: era troppo intelligente per non accorgersi che agli eccessi di virtù accade quel che avviene a quelli dell'amore, e cioè che il loro merito consiste precisamente nella loro eccezionalità, nel loro carattere di eccellenza unica, di magnifica follia.
da Memorie di Adriano, di Marguerite Yourcenar (traduzione di Lidia Storoni Mazzolani), Einaudi
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