domenica 30 novembre 2014

Gratitudine






Il grazie pronunciato a denti stretti, forse malvolentieri, e quasi non udibile, o da chi sta male, è diverso da un grazie ordinario.

Dobbiamo rinnovare i nostri grazie ordinari stendendoli al sole, al vento, alla pioggia, al buono e cattivo tempo, perché siano più sentiti e più sinceri.












domenica 23 novembre 2014

La dimora di Anna Achmatova







La poetessa Anna Achmatova abitò a San Pietroburgo (allora Leningrado) dal 1924 al 1952 in uno degli alloggi del Palazzo dei Conti Seremetev sulla riva del fiume Fontanka e andando via ne scrisse:

“Su questa nobile dimora non ho diritti né pretese, ma si dà il caso che quasi tutta la mia vita io l'abbia trascorsa sotto il tetto della casa sul Fontanka, povera vi sono entrata e povera la lascio...”  

Non è quanto ogni poeta vorrebbe poter dire della propria vita?





domenica 16 novembre 2014

La felicità, per Sharon Salzberg



 
 
 
Definisco la felicità come un tipo di pienezza di risorse. E’ un senso di resilienza e l’abilità a incontrare le cose senza esserne determinati. E’ una sorgente di profonda forza interiore, che non sempre siamo consapevoli di avere.
Felicità è, anche, connessione l’un con l’altro, così che non ci sentiamo tagliati fuori e isolati.

["I define happiness as a kind of resourcefulness (tr./ pienezza di risorse, intraprendenza, ingegnosità, inventiva). It’s a sense of resiliency (tr./ resilienza, elasticità, flessibilità, capacità di recupero) and the ability to meet things without being defined by them. It’s a source of profound strength inside ourselves, which we don’t always realize we have. Also, happiness is our connection to one another, so we don’t feel so cut off and alone."]






domenica 9 novembre 2014

Un forte desiderio





 
 




Piccolo lago, grande lago (foto di Mirko Iacobucci)


Con la meditazione vediamo i nostri condizionamenti, e dal momento che sono profondi, per poter vedere occorre un forte desiderio di risveglio.
Suzuki roshi attribuiva alla meditazione seduta la capacità di allentare la presa di quello che sembra essere la realtà. E probabilmente la realtà ci sembra quello che non è proprio a causa della profondità dei nostri condizionamenti.
In più, strada facendo, dobbiamo capire ciò che è tossico e ciò che è salutare, e comportarci di conseguenza.








domenica 2 novembre 2014

La pace che cerchiamo




Nella meditazione seduta e nella vita quotidiana, tra le sue occupazioni e i suoi incontri, senza rendercene conto, condizionati come siamo dall'abitudine, cerchiamo la tanto agognata pace nel controllare, reindirizzare e raddrizzare i pensieri che ci fanno visita, ci turbano, talvolta ci seducono, ci spaventano.
Ma la calma e la tranquillità si trovano semplicemente nel lasciarli cadere, avendoli notati, non nell’ingaggiare con essi una contesa dalla quale non possono che nascere altri pensieri, immagini, fantasie, ricordi, preoccupazioni.
Dalla frammentazione, dalla selezione, dall’associazione di pensieri non può nascere altro che la ripetizione del medesimo.
La calma e la tranquillità si trovano nel riuscire a rimettere i piedi per terra e sentire toccando la terra il qui e ora.

 

Infatti Shunryu Suzuki dice: “Ci vorrà parecchio tempo prima di trovare la serenità e la calma mentale nella vostra pratica. Vengono molte sensazioni, sorgono molti pensieri o immagini, ma non sono altro che onde della vostra mente. Nulla proviene dal di fuori di essa. (…) Siete voi stessi a creare onde nella vostra mente. Se lasciate la mente così com’è, diventerà calma da sola..”

 

In sintonia con il maestro zen, i versi di T.S.Eliot, nei Quattro Quartetti:

… nel silenzio

tra due onde del mare.

Presto ora, qui, adesso, sempre…

Condizione di totale semplicità

(che costa non meno di ogni cosa)

e tutto sarà bene e

ogni sorta di cose sarà bene.