Nella meditazione seduta e nella vita quotidiana, tra le sue
occupazioni e i suoi incontri, senza rendercene conto, condizionati come siamo dall'abitudine, cerchiamo
la tanto agognata pace nel controllare, reindirizzare e raddrizzare i pensieri
che ci fanno visita, ci turbano, talvolta ci seducono, ci spaventano.
Ma la calma e la tranquillità si trovano semplicemente nel lasciarli cadere, avendoli notati, non nell’ingaggiare con essi una contesa dalla quale non possono che nascere altri pensieri, immagini, fantasie, ricordi, preoccupazioni.
Dalla frammentazione, dalla selezione, dall’associazione di pensieri non può nascere altro che la ripetizione del medesimo.
La calma e la tranquillità si trovano nel riuscire a rimettere i piedi per terra e sentire toccando la terra il qui e ora.
Ma la calma e la tranquillità si trovano semplicemente nel lasciarli cadere, avendoli notati, non nell’ingaggiare con essi una contesa dalla quale non possono che nascere altri pensieri, immagini, fantasie, ricordi, preoccupazioni.
Dalla frammentazione, dalla selezione, dall’associazione di pensieri non può nascere altro che la ripetizione del medesimo.
La calma e la tranquillità si trovano nel riuscire a rimettere i piedi per terra e sentire toccando la terra il qui e ora.
Infatti Shunryu Suzuki dice: “Ci vorrà parecchio tempo prima
di trovare la serenità e la calma mentale nella vostra pratica. Vengono molte
sensazioni, sorgono molti pensieri o immagini, ma non sono altro che onde della
vostra mente. Nulla proviene dal di fuori di essa. (…) Siete voi stessi a
creare onde nella vostra mente. Se lasciate la mente così com’è, diventerà
calma da sola..”
In sintonia con il maestro zen, i versi di T.S.Eliot, nei Quattro Quartetti:
… nel silenzio
tra due onde del mare.
Presto ora, qui, adesso, sempre…
Condizione di totale semplicità
(che costa non meno di ogni cosa)
e tutto sarà bene e
ogni sorta di cose sarà bene.
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