sabato 25 ottobre 2014

L'altro






Nella rapida successione dei giorni e delle settimane, nell’alternanza di alti e di bassi lanciamo all’altro uno sguardo per lo più primitivo e ignorante.

Perché “primitivo”? Perché cerchiamo nell’altro piacere o dispiacere, gratificazione o rigetto. Ci basta così, e questa è ignoranza.

Ma l’altro, come possiamo imparare, se ci fermiamo ad ascoltare in silenzio, se accogliamo, è un essere incomparabilmente più ricco della nostra immaginazione e della nostra disponibilità a trovare quello che già conosciamo.

Può comunicarci fiducia, nel senso di aver fiducia in noi e insegnarci a nutrirla.

Offrirci l’occasione di essere generosi e può essere generoso.

L’essere umano ha il privilegio di poter condividere con l’altro l’amicizia, in cui nascono e vivono qualità da conoscere finalmente e in cui radicarsi.

Così, in una sua poesia, Chandra Candiani (vedi in questo blog, il post del 17 ottobre, con il titolo “L’universo non ha un centro”) si rivolge all’amica Beatrice che non c’è più:


Io svanisco,

senza di te,

amica. Ho meno realtà,

meno legame.

Ci siamo incontrate

sempre solo sulla terra,

per andare alla deriva

nell’amore dello spazio.


Questa è una bellissima e fertile immagine dell’amicizia spirituale, dare terra, darsi reciprocamente terra, per aprirsi senza timore alla spaziosità e alla luce.

L’universo non ha un centro ma possiamo crearne uno qui e ora con il contatto, l’amicizia, l’amorevole benevolenza, la comunicazione.



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