La casa è la vita. Vivere nella paura è
vivere nella stanza più misera della casa. Afflitti da preoccupazioni, chiusi
dentro ristretti orizzonti mentali, dimentichi che la spaziosità interiore è vitale.
Forse, nonostante la miseria e
l’angustia, siamo portati a radicarci nella paura e nelle preoccupazioni quando
siamo restii e ci opponiamo al fluire della vita. Il cambiamento che investe non
solo le nostre opinioni ma la nostra identità e la totalità del nostro
essere porta sofferenza. E le resistenze sono ostinate perchè la metamorfosi a cui
siamo chiamati è anche intellettuale, ma è essenzialmente pratica, è spirituale.
In questo passaggio, necessario e
contrastato, lento e vischioso, in cui l’illusione di poter restare aggrappati
alla vita passata mette a rischio la vita stessa, quello che raccomandiamo all’amico –di
andare avanti, con la mente e con il cuore- dovremmo iniziare a farlo in prima
persona.
Dice il poeta persiano
Hafez di Shiraz: “La paura è la più misera stanza nella
casa. Preferirei vederti in condizioni di vita migliori.”
Si, mi pare.
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