Talvolta incontriamo una di quelle persone che per un motivo o l’altro
hanno l’acqua alla gola.
Di solito, implicitamente o intenzionalmente, la nostra vita e i nostri
percorsi sono organizzati in modo da restare alla larga da queste persone, ma
non sempre ci riusciamo.
Il nostro stesso lavoro, o la nostra condizione sociale “rispettabile”,
ci tengono lontani dalle loro traiettorie, però possano portare loro da noi.
Ugualmente la nostra inclinazione a “giocare sul sicuro”.
L’ideologia o la morale che professiamo e che avvolge la nostra mente
come un velo ci impedisce programmaticamente di riconoscerli.
Preferiamo chiuderci dentro una identità auto centrata,
il “mio sogno”, con la sua agenda fissa, che mi protegge dagli inconvenienti e
dalle "improvvisate".
Comunque sia, qualche volta ce li ritroviamo davanti.
Quando questo capita vuol dire che ci serve uno scossone, che dobbiamo svegliarci.
Usualmente vediamo sempre e soltanto una parte e crediamo sia il tutto.
Crediamo ciecamente che il mondo che ci siamo costruiti intorno sia la realtà. Vedere
le cose che ignoriamo dischiude o spalanca il nostro orizzonte. Ma se vogliamo
aprirci davvero a quello che di solito non vediamo o evitiamo, abbiamo bisogno di
coraggio e di vivere ogni momento come un momento nuovo.
Secondo Shunryu Suzuki: “Momento dopo momento dobbiamo rinnovare la
nostra vita, non dovremmo restare attaccati alle vecchie idee di cos’è la vita
o di quello che è la nostra concezione della vita. Se restiamo sempre attaccati
a vecchie idee e ripetiamo sempre la stessa cosa, allora siamo prigionieri nel
nostro vecchio modo di vita.”
Inconvenienti e inciampi vengono a ricordarcelo.
L'imprevisto può essere un rischio, ma anche un'opportunità.
RispondiEliminaFunziona così anche nel mondo del business.
Nei gruppi di "alcolisti anonimi" che frequento mi capita spesso di confrontarmi con persone con "l'acqua alla gola". Essendo a mia volta un'alcolista riesco a interagire con loro in modo chiaro e schietto, il gruppo ha la forza di condividere esperienze utili per il nuovo arrivato. Chi entra per la prima volta in un gruppo aa, spesso sa di essere alla corda ma vorrebbe non esserlo, molto spesso la sua speranza di poter respirare dipende dall'attrazione che il gruppo esercita su di lui, in quel momento il nuovo arrivato ha la possibilità di lasciarsi andare e affidarsi a chi, come lui, ha vissuto le stesse esperienze. Posso dire senza alcun dubbio che incontrare i gruppi con l'acqua alla gola può rivelarsi una vera fortuna. Quando si ricomincia a respirare un'altro mondo si presenta davanti ed è qui che devo stare. Ora mi accorgo che ci sono molte persone con l'acqua alla gola per i più svariati motivi molti vogliono essere aiutati ma moltissimi vogliono solo un aiuto presunto ovvero aiutarlo a fare a modo loro. Non funziona così o almeno per me che ho provato tanto ad essere aiutato a modo mio non ha mai funzionato. Solo quando sono stato disposto ad accettare aiuto senza se è senza ma ho ricominciato a salire. Io non sono un santo ne un missionario però ho capito che aiutare gli altri aiuta me stesso, spesso non sono disponibile e mi girò dall'altra parte però adesso so che tra tanti con l'acqua alla gola c'è ne sono alcuni che potrei aiutare. Serene 24 ore
RispondiEliminaCiao Maurizio,
RispondiEliminamia nonna nata e vissuta per gran parte della sua vita nelle Marche, mi trasmesso vari proverbi, tra cui "Aiutati che Dio ti aiuta".
Questo proverbio, indipendentemente dalla propria fede religiosa, credo ci voglia dire che grazie ad uno sforzo personale possiamo migliorare la nostra condizione (economica, sociale, fisica, psicologica, ecc.) riavvicinandoci pian piano a gli altri, che a loro volta possono aiutarci.
A presto
Ciao Fabrizio,
Eliminagrazie per il pensiero. Conoscevo il proverbio che mi è stato trasmesso da mia madre, ma evidentemente non lo mettevo in pratica sui problemi reali, forse perchè non volevo vederli. Serene 24 ore