martedì 20 maggio 2014

Lettera dalla gratitudine





 
Il sentimento, e ancor prima la sensazione, la percezione, della gratitudine è molto preziosa per l’essere umano.
Sarebbe infinito l’elenco delle circostanze, eventi, fatti di cui possiamo essere grati, ciascuno di essi può innescare uno stato mentale positivo.
La preziosità della gratitudine emerge nel realizzare che essa nutre la fiducia e la positività, e ogni situazione può essere propizia.
Ogni piccola occasione può trasformarsi in un grande evento pieno di possibilità che aspettano di dischiudersi.
Quando sento, quando faccio esperienza nell’organismo, della gratitudine comincio a realizzare quanto sia autolesionistico e invalidante quell’atteggiamento così diffuso e profondo che consiste nel dare per scontato il bene che riceviamo, in varie forme, la benevolenza degli altri come presenza, parola, sguardo, o anche il bene che si accompagna a un momento di consapevolezza.

 
L’essere umano ha un bisogno indiscutibile di gratitudine fin dai suoi primi vagiti, la nostra evoluzione biologica, fisiologica e mentale è sostenuta da condizioni, come l’allattamento e le cure materne, che sollecitano la maturazione e lo sbocciare della gratitudine in una attitudine.
Si potrà discutere se l’inesistenza o il venir meno della possibilità della gratitudine nella prima fase dell’esistenza sia tale da pregiudicare per sempre il fiorire del sentimento, ma possiamo essere certi che chi strada facendo sappia sfuggire alle avversità di tutti i tipi che la possono storicamente ostacolare, saprà anche cogliere le occasioni di valorizzare la solidarietà e l’interdipendenza.
Abbiamo bisogno di aprirci alla gratitudine perché questa è l'antidoto all'amarezza e la nostra prima porta d’accesso all’amore incondizionato.
Possiamo immaginare tanti eventi capaci di minacciare il nostro sentimento di gratitudine e di inaridirci ma possiamo anche immaginare nelle circostanze più avverse la piccola cosa (parola, sguardo, contatto) capace di riconvertire e trasformare la nostra delusione e la nostra sofferenza in un sentimento più ampio.
Il movimento naturale della gratitudine è quello della crescita continua, un movimento a spirale che si approfondisce e si amplia strada facendo: a condizione, come insegnano i saggi, di accettare la sofferenza, non averne paura.
La coltivazione della gratitudine ci aiuta a comprendere le cause dell’ansia e della paura che sono così profondamente sotterrate in ogni condizione di isolamento individuale e di gruppo.


Tra tutti, il dono di cui apprendiamo a essere sempre più grati è la consapevolezza, anche momentanea. Consapevolezza del nostro stato d’animo, umore, approccio alle situazioni, quali che siano, perché grazie alla consapevolezza comprendiamo il sorgere e il decadere degli stati mentali non subendoli e non siamo in balìa degli avvenimenti, avvinghiati al mi piace e in fuga dal non mi piace.
 
 
 
 
 

1 commento:

  1. "Accettate tutto con gratitudine Così la gioia e l'amore rimarranno in voi. Accettate con gratitudine le preoccupazioni, i problemi e le sofferenze ed essi scompariranno. Nel ringraziamento c'è la forza. La vera gratitudine è vivere positivamente. Chi percepisce, pensa, parla in modo positivo vive e ringrazia incessantemente. Le forze positive dell'infinito sono così al suo servizio. Esse suscitano gioia, amore, armonia, fiducia e pace nell'uomo. Le preoccupazioni, i problemi e le difficoltà si allontaneranno da lui, dato che nella vera gratitudine non c'è posto per le sofferenze e le preoccupazioni di questo mondo. La gratitudine è segno di grandezza. La vera gratitudine racchiude in sè la certezza che Dio, eterna Legge, guiderà ogni cosa nel migliore dei modi. La gratitudine racchiude in sè anche la protezione e la vicinanza di Dio. La protezione e la vicinanza di Dio apportano, a loro volta, pace. Chi è ricolmo di pace è anche ricolmo di amore ed è altruista. Lo Spirito di Dio fiorisce così dall'interiore dell'uomo. L'uomo che è appagato in Dio emana come una rosa il sacro profumo dell'eterno Io Sono. La gratitudine racchiude in sè la speranza, la consolazione e la fiducia."
    Karol Wojtyla

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