sabato 21 giugno 2014

Il mio lascito






Quale sarà il mio legato?

Le fioriture di primavera,

il cuculo nelle colline,

le foglie d’autunno.

Ryōkan (1758-1831)


“In questo poema di Ryōkan-osserva Yasunari Kawabata nel suo discorso di accettazione del Premio Nobel- le più comuni figure e le più comuni parole sono legate insieme senza esitazione, senza ricercare effetti particolari, e così trasmettono la vera essenza del Giappone”.

La rinuncia agli effetti speciali e alla ricercatezza nella scelta delle parole e delle figure e nella legatura e la semplicità senza esitazione sono indicate come “vera essenza del Giappone”.

Ryōkan, dice Kawabata, “ha vissuto nello spirito” dei suoi poemi, “viandante su sentieri di campagna, una capanna di paglia come rifugio, stracci come indumenti, contadini con cui parlare. La profondità della letteratura e della religione non era, per lui, nelle astrusità. Piuttosto praticava la letteratura e la fiducia nello spirito benigno riassunto nella frase buddista: “un viso sorridente e parole gentili”.  “Nel suo ultimo poema non offrì alcun legato. Si limitò a sperare che dopo la sua morte la natura restasse bella. Questo potrebbe essere il suo lascito. Si sentono nel poema le emozioni del vecchio Giappone e anche il cuore di una fede religiosa.”

Nessun commento:

Posta un commento