venerdì 6 giugno 2014

Ci siamo nutriti il cuore di fantasie








Ci siamo nutriti il cuore di fantasie,

con quella dieta il cuore si è indurito

c’è più sostanza nei nostri rancori

che nel nostro amore, o api operaie,

venite a costruire nella casa vuota dello storno.

W.B.Yeats,  da Riflessioni in tempo di guerra civile, in La Torre


 
Il ritorno alla sobrietà, al respiro, alle cose come sono, è sempre rinfrancante. 
Non ci volgiamo indietro alle indulgenze, gli eccessi, le fantasie e le eccitazioni del passato e accogliamo il presente così com'è, con la sua imperfezione.
Non facciamo paragoni e confronti tra presente e passato, e pratichiamo la pazienza vivificata dall’attenzione vigile momento per momento.

Sobrietà da sostanze inebrianti e intossicanti e specialmente dalle inclinazioni e dalle tendenze della mente che inavvertitamente scivola verso l’assuefazione a illusioni, autoipnosi, e talvolta, come scrive Walter Siti, commentando Yeats, a quei “sogni di onnipotenza”, che “inaciditi, predispongono insensibilmente alla crudeltà.”



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