Ci siamo nutriti il cuore di fantasie,
con quella dieta il cuore si è indurito
c’è più sostanza nei nostri rancori
che nel nostro amore, o api operaie,
venite a costruire nella casa vuota dello storno.
W.B.Yeats, da Riflessioni in tempo di guerra
civile, in La Torre
Il ritorno alla sobrietà, al respiro, alle cose come sono, è sempre
rinfrancante.
Non ci volgiamo indietro alle indulgenze, gli eccessi, le fantasie e le eccitazioni del passato e accogliamo il presente così com'è, con la sua imperfezione.
Non facciamo paragoni e confronti tra presente e passato, e pratichiamo la pazienza vivificata dall’attenzione vigile momento per momento.
Non ci volgiamo indietro alle indulgenze, gli eccessi, le fantasie e le eccitazioni del passato e accogliamo il presente così com'è, con la sua imperfezione.
Non facciamo paragoni e confronti tra presente e passato, e pratichiamo la pazienza vivificata dall’attenzione vigile momento per momento.
Sobrietà da sostanze inebrianti e intossicanti e specialmente dalle inclinazioni e dalle tendenze della mente che inavvertitamente scivola verso l’assuefazione a illusioni, autoipnosi, e talvolta, come scrive Walter Siti, commentando Yeats, a quei “sogni di onnipotenza”, che “inaciditi, predispongono insensibilmente alla crudeltà.”
Grazie Michele.
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