Sento
gratitudine dopo questo fine settimana meditativo.
Mi
sono trovato “a casa“ perché potevo arrivare con calma ed essere a mio agio. Il
silenzio mi ha creato uno spazio per sostenere la presenza mentale
sia nell´essere seduto sia nel camminare.
Cosi
il tema della metta (gentilezza amorevole) nella prima serata mi ha colpito
“nudo” o “aperto” o “vuoto”: pronto a confrontarmi con la mia pratica di fondo.
Cioè
non limitandomi a ripercorrere il rituale ben conosciuto e praticato della meditazione
sulla gentilezza amorevole, ma guardando dietro: il mio stato mentale qui ed
ora - cosa c´entrava con metta, come si realizzava metta di fronte a ciascuno
dei partecipanti.
Ecco
perché potevo dire: vedo i limiti, tanti limiti, anche se c´è la buona volontà
di essere “bravo praticante” con parecchia esperienza.
In
seguito mi è venuto in mente - e al cuore - questa metafora: vedere metta come
un albero con mille foglie, non solo come un mazzo, che si prende in mano per
usarlo e regalarlo a volontà.
Vedere
la metta come un albero con mille foglie: ci sono benevolenza, comprensione,
perdono, accettazione, affetto, dedizione, connessione, pazienza, cura, empatia,
pietà, morbidezza, stima, sostegno, inclusione, mitezza, apertura, rispetto,
generosità, fiducia, freschezza, indulgenza, fedeltà, sensibilità, attenzione,
bontà, calore, tenerezza, dolcezza, amicizia …
Vedere
come tronco la bodhicitta, la “grande aspirazione”: fa crescere le foglie e si
rinforza con la crescita delle foglie.
Sentirmi
albero con un tronco stabile e mille foglie mosse del vento della
consapevolezza: veramente una grande aspirazione – ci vuole un grande
fiato, che mi manca ancora, qualche volta più qualche volta meno….
Hinnerk
Hinnerk
Può essere che ci venga chiesto e che torniamo a chiederci: “a che cosa serve la pratica di meditazione”.
RispondiEliminaLa direzione indicata da un ritiro, è quella di un luogo di calma e di benessere che è energetico, dinamico e consapevole, e che può venir scosso e anche piegato dalle prove di ogni giorno ma non distrutto.
A esso si può sempre ritornare con pazienza e con fiducia.
Il silenzio, l’agenda nuda, il vuoto di aspettative e di pretese, l’attenzione al momento presente ci invitano a lasciar andare con una espirazione le 10 mila cose non necessarie e riportano a ciò che è essenziale e che talora fatichiamo a ricontattare quando siamo impauriti o sconvolti dalla fretta e dalla reattività.
Da questo luogo viene la lettera inviataci, grazie Hinnerk!
Sulle orme della metta: quante strade di aprono!
RispondiEliminaEcco una poesia del poeta tedesco Erich Fried:
Metta - cosa è:
È pazzia
dice la ragione
È quello che è
dice l’amore
È una disgrazia
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
È senza speranza
dice il senno
È quello che è
dice l’amore
È ridicolo
dice l’orgoglio
È sconsiderato
dice la prudenza
È impossibile
dice l’esperienza
È quello che è
dice l’amore