Due giorni, una notte, il film di Jean-Pierre e
Luc Dardenne si conclude con una
telefonata di Sandra a suo marito Manu: “Ci siamo battuti bene. Sono felice.”
E’ una frase preziosa che indica qualcosa che possiamo fare nella vita,
e qualcosa che della vita possiamo fare.
Non batterci soltanto, né in ogni modo e con ogni mezzo vincere, ma giusto
batterci bene.
Non perdersi d'animo nelle avversità, non cedere alla tentazione di rinchiudersi nella gabbia delle negatività perdendo spazio e prospettiva.
Quando finiamo sotto tiro ci capita di farci piccoli piccoli, come per chiedere perdono e giustificarci, la tentazione di prendere rifugio dentro le nostre stesse ferite è forte, e farne un lasciapassare, ma in questo modo finiamo in un cantuccio dal quale è sempre più difficile uscire.
Non perdersi d'animo nelle avversità, non cedere alla tentazione di rinchiudersi nella gabbia delle negatività perdendo spazio e prospettiva.
Quando finiamo sotto tiro ci capita di farci piccoli piccoli, come per chiedere perdono e giustificarci, la tentazione di prendere rifugio dentro le nostre stesse ferite è forte, e farne un lasciapassare, ma in questo modo finiamo in un cantuccio dal quale è sempre più difficile uscire.
Se non ci battiamo bene non potremo che essere scontenti di noi stessi
e la scontentezza ci porterà diritto al desiderio di morire, o di uccidere.
Dice Sharon Salzberg (post del 16 novembre scorso):
Dice Sharon Salzberg (post del 16 novembre scorso):
"Definisco la felicità come un tipo di intraprendenza.
E’ un senso di resilienza e capacità di recupero e l’abilità a incontrare le cose senza
esserne limitati. E’ una sorgente di profonda forza interiore, che non sempre
siamo consapevoli di avere. Felicità è, anche, connessione l’un con l’altro, di
modo che non ci sentiamo tagliati fuori e isolati."
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