mercoledì 29 luglio 2015

Il pennello e la carriola






Ridere di noi stessi, delle situazioni in cui ci siamo cacciati, ridere delle nostre illusioni, ridere delle costruzioni intellettuali e degli stati mentali in cui ci ingarbugliamo è molto salutare.

Un pomeriggio assolato John, il giovane aiutante, mi aveva chiesto un pennello per dare della cera liquida a una porta e mi seguiva verso il laboratorio dove andavo a cercarlo, il mio sguardo cadde sulla carriola e gli chiesi di prenderla.

Fosse il caldo, fosse la stanchezza, fosse una sensazione acuta di vulnerabilità, non era necessario approfondire le cause: in quel momento mi ha colpito nella mia voce immediatamente e senza dubbi una inconfondibile nota di scontentezza.

Al sorgere della consapevolezza ha fatto seguito la pratica dello humour. Ho espirato e porgendo il pennello ho detto: "La carriola è per riportare il pennello..."

Il ragazzo dopo un attimo di perplessità è scoppiato a ridere e anche l'inizio di malumore è sparito.

Cominciamo con il ridere e il sorridere più spesso quando facciamo cose che ci piacciono e poi allarghiamo la pratica anche alle circostanze più ostiche e spiacevoli.

E’ essenziale ridere e sorridere almeno tre volte al giorno e riconoscere in questo una buona medicina e una ricchezza!
 
Talvolta lo humour, la risata, il sorriso, il respiro segnalano che siamo consapevoli del sorgere di un condizionamento e disponibili alla sua risoluzione.







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