So che c'è
molto altro in cui poter mettere amore. Il fatto è che in questo momento sento
di avere esaurito tutto il coraggio e l'entusiasmo e la voglia di amare ciò che
faccio e che mi accade e per questo mi sto lasciando vivere senza metterci
troppa passione o impegno. Non è la prima volta e so che è una fase transitoria
da attraversare senza darle troppo peso perchè poi ritroverò il desiderio di vivere e non di
sopravvivere. Ma è la prima volta che mi accade a seguito di quella che
chiamerei "non reazione". Il senso di responsabilità mi permette oggi di
continuare a fare le cose e a svolgere i miei "doveri" di figlia
sorella zia collega amica ecc. e mi aiuta a tenermi lontana
dall'autodistruzione ma non mi basta per sentirmi soddisfatta del qui e ora. Mi
sento prigioniera del già fatto e del già noto. Quello che oggi posso metterci
è pazienza ma mentre oggi passa, vivo aspettando domani, da circa due anni
ormai, e non è per questo che ho lavorato con amore per tanti anni. Ci sono
delusioni che non si superano se non dopo tanto tanto tempo e forse se invece
di ritenermi responsabile di come sono andate le cose avessi reagito per quella
che è la mia natura cioè “distruggendo” chi mi ha deluso oggi non
starei così. Credo sia questo il punto in cui mi sono incastrata. Ho voluto
dimostrare a me stessa che qualcosa era cambiato e in effetti nel
comportamento qualcosa era cambiato sul serio, ma dentro di me no, non avevo
fatto i conti con la mia natura ribelle e con la rabbia cieca e sorda che mi ha sempre contraddistinta. E’ come se a distanza di due anni stia ancora smaltendo
i residui di una reazione totalmente estranea a me e per questo ancora più
difficile da comprendere e superare. Mi sento inquinata e non in pace. Superare
le mie intemperanze e confrontarmi con la mia natura aggressiva mi è facile
perchè è ciò che di me conosco, ma una "non-reazione",
un comportamento pacifico, no, è innaturale, e ne sto pagando ancora le conseguenze. Andare via in silenzio e non
rispondere all'aggressione psicologica che stavo subendo è sempre stato
inconcepibile per me e in questo momento nonostante la ragione mi porti a
pensare che era la cosa giusta da fare e che ho fatto bene a non reagire, una
parte di me continua a chiedersi se un urlo o un atto liberatorio mi avrebbero
maggiormente giovato. Non lo saprò mai ma sono propensa a credere che la
prossima volta reagirò in base alla mia natura e non a ciò che i testi di
psicologia religione o filosofia ritengono più giusto perchè sono stanca di
essere ciò che gli altri si aspettano da me e voglio essere solo ciò che
sono.
Un
serpente velenoso incontra il Buddha, e tutto dispiaciuto e triste gli dice:
"Beato, ma perchè gli abitanti del villaggio non appena mi vedono scappano
via?"
Il Buddha
risponde: "Perchè hanno paura di te, temono che tu possa morderli e ucciderli..."
Quando, dopo
qualche tempo, ritorna in quel villaggio, scorge un serpente ferito buttato
sulla strada, sanguinante, non riesce a sollevarsi nè a strisciare, ha appena la forza di biascicare qualche parola: "Adesso nessuno ha
più paura di me, mi vengono incontro con i bastoni e mi percuotono, mi prendono a
sassate, mi calpestano. Sono diventato il bersaglio della crudeltà degli uomini. Ecco cosa mi succede da quando
ho seguito il tuo insegnamento. Che sfortuna ho avuto a incontrarti, le tue
parole mi hanno portato alla rovina..."
E il
Beato risponde: "Io ti ho detto di non uccidere, non di lasciarti fare a
pezzi senza neanche sibilare mostrando la lingua e i denti. Se coltivi
la presenza mentale imparerai ad agire con spontaneità e saggezza piuttosto
che sulla base di una tua credenza, o di quello che dicono gli altri, o quello
che la società vuole da te."
"e voglio essere solo ciò che sono". Anche a me capita di sentirmi stanca dei testi di religione, filosofia, di guru, ecc.
RispondiEliminail contenuto di questa lettera lo sento molto vicino.
Io sono riuscita a dire ad una persona delle cose solo pochi giorni fa e a distanza di anni, quando tutto era stato rimosso ma continuava a vivere sottotraccia. Non erano parole di rabbia, tutt'altro, ma erano parole che non sono riuscita a pronunciare mai prima. Ora non mi sento meglio, al contrario sono stata depressa come per un lutto, forse perchè ho seppellito quella parte di me che non si era espressa, boh! comunque ho sentito che non c'era più niente da aggiungere.
mi viene in mente questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=F1a8cENfzLQ
saluti
mariangela
"Mi sento prigioniera del già fatto e del già noto". Questa frase mi ha colpito perchè esprime chiaramente un concetto di dipendenza. Quando la mia vita dipende da qualcosa o da qualcuno "in esclusiva" mi chiude, non mi permette di amare la vita per quello che è. Io dipendo da tante cose ma ho tolto "l'esclusiva". Un abbraccio e serene 24 ore. Maurizio
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