sabato 18 maggio 2013

Com’è subitaneo e cambia








Mi fermo a conversare con il merlo

fermo sulla sella d’edera arida

addosso al muro e al cancello

che cinge la villa in sommo

intrepido all’inverno.

Sotto il fitto nevischio dove

il piumaggio lo ripara con il becco

giallo taglia il silenzio o piuttosto

lo nutre e ammanta sotto l’ala.

Quanto la vita tua è lunga?-lo interrogo

Dove ritorni alla tua casa?

Or’è poco le persiane

erano aperte il fervore dei lumi

riscaldava il giardino e la strada

adesso è muta la dimora

e sbarrata. Dall’alto del cenobio

scende l’oscurità un momento un altro

e il mio amico è scomparso.
 
 
da Tieni aperto, di Michele Colafato, IL LABIRINTO

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