venerdì 1 novembre 2013

A fil di sonno


 

 

Mi chiedo se non ci voglia ancora la capacità del silenzio e ancora prima

spogliarsi nudi alla gentilezza

quella danza a fil di sonno che tutto allarga schiara di una luce sola

solitudine compresa

cantarne la gioia

placare la furbizia dell’alba

di Paola Febbraro, da Stellezze,  LietoColle,  2012

 

Paola Febbraro è nata a Marsciano, in provincia di Perugia, e ha vissuto e lavorato a Roma fino alla morte, nel maggio del 2008.
In "Fammi restare con te lavorìo del mondo" (nella raccolta del 2001, La rivoluzione è solo della terra) sono versi gioiosi e unitivi i versi di Paola che dicono, rivelatori: "porta via da me questo non fare questo credere di non stare facendo", e dunque: "non darmi queste ultime parole: rovinami tu!" Versi veri, il "credere di non stare facendo" è una falsa credenza, fondamenta dell'ignoranza e dell'isolamento dell'io nella sua prigione cognitiva, rappresentativa, concettuale, sia essa autoamministrata sia supposta nell'amministrazione sociale.
Perchè anche quando crediamo di esserne fuori o ai margini siamo nel "lavorìo del mondo", un pensiero attento partecipe, una parola attenta presente ce lo rivela, anche inaspettatamente: sei, sei con il lavorìo del mondo..
Non ci si stanca di ascoltare e di capire la poesia di Paola, con l'orecchio teso al disvelarsi di inedite estensioni del suo suono, e del proprio udito.
In "A fil di sonno" i suoni si imprimono nel cuore, con una loro qualità ispiratrice, che mette seme in solchi di cui saggiano il dissodamento e la profondità.
Invitano a esplorare “la capacità del silenzio” e “la gentilezza che tutto allarga schiara”a chi, ancor prima, si sia spogliato nudo..
"Raramente capita di incontrare tanta immediata purezza di intenzioni espressive -ha scritto Marcella Corsi di Paola- tanta aderenza al ritmo, spezzato e insieme naturale, dell’esistenza degli umani di sesso femminile, e un linguaggio poetico così capace di rendere quello che il corpo sa nella sua interezza di intuito, concretezza, intelligenza."

 





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