Sono chiusa in una stanza con la
paura.
Leggi: mi sono chiusa in una stanza
con la paura. Ma non puoi tenere la porta o la
finestra aperta?Anch'io in questo momento ho paura e
il canto di un passero mi dà coraggio, non sono solo in un mondo
vuoto, e il mondo non è la mia paura... Perché ti chiudi in una stanza con
la paura?
Ieri ho sopportato due attacchi di panico in due ore, una
delle quali passata in una farmacia stesa su una poltrona per
calmarmi. E’ stato orrendo persino per me che sono abbastanza allenata. Non
sono riuscita a mettere in campo gli strumenti
abili per calmarmi.
Quali strumenti? Forse non erano
abili se non potevano essere usati in quel momento.
Ma poi mi sono calmata un po’, per merito delle dottoresse che mi hanno
accolto con umanità, professionalità e senza giudizio, lasciandomi lo spazio di
superare la crisi da sola, offrendomi la loro presenza. Mi conoscono da un po',
nell'ultimo anno non ci ero più quasi passata, segno positivo. E invece ieri
BOOM esplosione! Oggi abbattimento e depressione post attacco. Tipica, un po’ è
dovuta alla paura che la grande paura possa riafferrarmi, e un po’ perché sono
sfiduciata, perché ogni attacco forte significa non esser ancora guarita. Ambivalenza
della guarigione -lo so che questi attacchi possono essere benissimo l'ostacolo che metto fra me e la liberazione.
Forse sì forse no, non lo sappiamo, non
è sicuro, non è detto che le ipotesi che sembrano intelligenti siano quelle
azzeccate...
Ciononostante, questa consapevolezza non basta a farli cessare.
La consapevolezza non è un’ipotesi. E non riguarda l'interpretazione della paura, è essa stessa nient'altro che ricevere, testimoniare, stare con la paura. Non però trattenerla.
La dottoressa dice di avere pazienza, e
io ci provo. Ieri è passato, e non sono
morta, ciò mi dovrebbe dare fiducia e rendermi meno vulnerabile, comprendo che
questi stati, per quanto orribili possano essere, si sgonfiano ad un certo punto da soli, e lo fanno quando si molla la
presa, quando si è pronti anche a morire…
Mollare la presa, ma mollarla
davvero, proprio quando mollare la presa fa paura, fa temere la morte.. E poi
si scopre che non muoriamo...
…perchè non ce la si fa più a tenere il fisico sotto una pressione assurda.
All'improvviso abbandonare la lotta equivale a ritornare sulla terra, tornare a
respirare e a muoversi liberamente.
La confusione mentale sparisce e gli alberi, il cielo e le persone ritornano ad
essere quello che sono, non cose strane che mi urtano dentro e che mi fanno
chiudere gli occhi perché non ce la faccio a sopportarli. So di non dirti niente
di nuovo. Ma c’è altro: a farmi più
paura di tutto è il senso di solitudine. Ho paura a stare da sola con la mia
paura, è per questo che cerco sempre di condividerla, di parlarne, di cercare
pareri. Ma da un po' di tempo mi sono resa conto che questi sono palliativi, o meglio hanno già sortito
i loro effetti positivi e ora non aggiungono niente, semmai tolgono molto. Mi
tolgono la fiducia in me stessa, mi fanno apparire debole agli occhi degli
altri, e rendono me stessa identificata con questi stati mentali. Tutto questo
per la paura di restare da sola nella stanza con la mia paura e con la mia
depressione.
I palliativi fanno parte della
paura: invece, le dottoresse che invitano alla pazienza, no.
Io non voglio passare tutta la mia vita così, non
ce la posso fare, sono sfinita.
Nessuno ha parlato di 'tutta la vita',
e poi non sappiamo quanto lunga sarà la nostra vita, e può darsi che proprio
lasciare andare davvero questa paura sia il compito, del resto prezioso, di
tutta una vita..
Sono
anni che lotto strenuamente, che mi impegno a condurre un lavoro che dovrebbe
portarmi a vivere una vita migliore. Eppure ci sono ancora giornate come ieri,
ed è inutile nascondere il mio sconforto: mi sento punto e a capo.
Non mi sembra tu apprezzi abbastanza l'importanza di liberarti dalla
paura! Pensa a quelli che passano la vita a creare e diffondere la paura..
Oggi ho meditato e ho visualizzato la mia paura, me stessa e la stanza.
A volte si acquatta in un angolo lei, a volte io, a volte siamo di fronte e
quasi sempre ha la meglio lei.
Più che meditazione mi sembra un giocare
a nascondino o acchiapparella: altro che lasciarla andare... Magari se ne
andrebbe pure ma tu fai di tutto per trattenerla…
Mi è sembrato che non ho scampo, che è necessario che quando si presenta io
resti da sola con la paura, che non cerchi consolazioni o vie di uscita. Questo
smentisce subito tutto, ma ho bisogno di sapere se è una via giusta da
percorrere, se ce la posso fare a restare da sola con questa immensa paura. Vorrei che mi abbandonasse, ma sembra che sia
io a dover abbandonare lei.
Proprio così! Non ti abbandonerà se
non hai pazienza, se la trattieni quando sta per andarsene, se sei ancora in cerca di
palliativi, se non sai ancora come fare per lasciarla andare... E in special
modo se coltivi attaccamento alle sensazioni che ti regala la sua presenza.
Devi essere tu ad abbandonare lei, a restare nel tuo territorio, a non
allontanartene, e per questo occorre pazienza e ancora pratica.