Com’è invecchiare?
A seguito della coltivazione di abitudini e di pigrizie tendiamo a
scivolare impercettibilmente verso una posizione in cui non vogliamo essere
toccati da disturbi e fastidi e quando questo capita soffriamo dentro il nostro
piccolo angusto e contratto Io. E’ la posizione in cui il piccolo Io è
diventato “il Mio Tesoro”. Dovremmo invece dare il benvenuto a contrattempi e
inconvenienti perché ci offrono l’occasione di risvegliarci.
Hai detto “il Mio Tesoro”: come
l’anello magico in Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli?
Esattamente, e noi ne siamo prigionieri come Sméagol-Gollum.
Possiamo chiamare questo processo “invecchiamento”, e se pratichiamo
l’attenzione testimoniamo che esso porta con sé la sofferenza dell’ammalarsi e del
deteriorare mentalmente.
Come lo descriveresti?
Come un rinchiudersi graduale e senza ritorno dentro il guscio dell'Io-Mio Tesoro, dove nonostante
tutte le difese siamo inesorabilmente raggiunti dalla sofferenza. E pateticamente questo
rinchiudersi si accompagna allo stringersi e aggrapparsi a qualche nostro anello,
ninnolo, medaglietta, mentale, gestuale, verbale, di cui non possiamo fare a meno.
E allora come ce la caviamo?
Quando realizziamo che siamo a questo punto non dobbiamo fare altro che
arrenderci, aprire il guscio che ci stiamo autoconfezionando e
aprirci, questa è la medicina.
“Arrenderci”??, che brutta
parola!
Non attaccarti alla parole, già alla tua età.. Significa che ci arrendiamo all'evidenza. Alla verità dell'attenzione. Se
smettiamo di indulgere nelle nostre carissime pigrizie e abitudini siamo colti
da fastidio e irritazione. Allora non riprendiamo la
strada dell’indulgenza ma riconosciamo
chiaramente il fastidio e l’irritazione, li accogliamo, invece di dargli un calcio, e abbiamo la pazienza di osservare, ripetendo questa osservazione più
e più volte, come declinano e scompaiono per lasciare spazio a un senso
di liberazione e di energia risvegliata.
Davvero?
Provare per credere.
Caro Michele,molto vere queste parole. grazie
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