sabato 20 aprile 2013

Lettera allo specchio


 


Mi scorrono davanti le facce di persone di cui talvolta mi colpiva la volubilità stizzosa, l’insofferenza scoppiettante, le impennate di euforia o le “incomprensibili” cadute nella ritrosia e nel rifiuto.

Quello lì, questa qui, quell’altro..

Li ho sempre visti come individui isolati, con cui non ho niente a che fare, da tenere lontani e separati grazie a un netto giudizio. Eppure hanno continuato a venire. Il deluso, l'eternamente illuso, il manipolatore, il risentito.. E ora vedo che in fondo alla sfilata, ci sono io!
 
Come ho potuto non rendermi conto che reggevano tra le mani uno specchio e in quello specchio posto davanti ai miei occhi c’era la mia mente, il mio corpo, io stesso?
 
 
 
 
 
 

1 commento:

  1. Gettare la maschera

    L'alcolista, più di tutti gli altri, vive una doppia vita. È come un attore. Al mondo esterno presenta l'aspetto da palcoscenico e desidera che chi lo frequenta lo veda così. Vuole godere presso di loro di una certa reputazione, ma nel suo cuore sa di non meritarla.
    La contraddizione è ancora più grave a causa di ciò che combina durante le sue sbronze. Una volta ritornato in sé, si vergogna di certi episodi che ricorda vagamente. Questi ricordi diventano un incubo. Trema al pensiero che qualcuno abbia potuto osservarlo. Per quanto può, egli allontana da sé questo genere di ricordi. Spera solo che quelle azioni non si vengano mai a sapere. Essendo continuamente sotto l'effetto della paura e della tensione, beve ancora di più.
    (Tratto da “Alcolisti Anonimi”, cap. 5°)

    Riflessione
    L'attitudine a presentarsi in veste diversa da ciò che si è realmente, non cessa automaticamente smettendo di bere.
    Ci siamo tanto vergognati di noi stessi e delle nostre azioni, che una volta iniziato il recupero in Alcolisti Anonimi, ci siamo sforzati di mostrare la parte migliore di noi stessi, nel tentativo di recuperare più in fretta di quanto in realtà eravamo pronti a fare. Ciò ha prodotto tutta una serie di contraddizioni nella nostra nuova vita; contraddizioni, smascherate da chi ci conosceva meglio.
    Tanti tra noi, s’illusero a tal punto di poter portare una maschera, che finirono col confondere se stessi con l'immagine che cercavano di dare.
    Il quarto e quinto passo di A.A. ci aiutano a uscire dalle nostre contraddizioni, fino al punto di renderci capaci di presentare all'esterno la nostra vera immagine; fatta si di tante piccole o grandi imperfezioni, ma anche di tanti pregi. Dovremmo convincerci, che quando rappresentiamo noi stessi per quello che siamo, gli altri hanno l’opportunità di conoscerci e di apprezzarci veramente.
    (Tratto on-line da amiciaanonimi.org)





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